Pd, il segretario di Ascoli contro il commissario nazionale: «Altro che rinvio, serve una guida al più presto»

Francesco Ameli e Matteo Mauri
Francesco Ameli e Matteo Mauri
di Andrea Taffi
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 16:40

ANCONA - Non deve essere stato facile rinviare la data per il congresso per la seconda volta nel giro di quindici giorni: chi racconta lo sforzo del commissario Pd Matteo Mauri ne documenta le ripetute due-giorni, ogni settimana, gli incontri, i tentativi di mediazione tra la fazione che sostiene la candidatura a segretario regionale di Antonio Mastrovincenzo e quella che invece da questa estate aveva pensato ad Augusto Curti. La realtà invece di cui i dem debbono prendere atto è che la luna di miele con il commissario mandato da Letta è terminata con l’anno nuovo. 


Il comunicato del 31
Mauri proprio il 31 dicembre ha spiegato in un comunicato che «il partito non riesce a esprimersi in modo adeguato ma ha una classe dirigente diffusa e di qualità. Stiamo parlando di dirigenti politici e amministratori di primo livello che meritano di essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio». Parole morbide che provano ad ammansire una situazione sempre tendente all’irrigidimento. Non hanno sortito buon esito i tentatativi sul sindaco di Porto Sant’Elpidio, Franchellucci e non è arrivata neanche in discussione quella per il sindaco di Monte San Giusto, Andrea Gentili, ex capo campagna elettorale di Mangialardi alle Regionali.


Una nuova dimensione
«Per questo - spiega Mauri serve trovare una nuova dimensione di collaborazione e di condivisione, tutta orientata al futuro. Per questo continuerò in maniera decisa nel compito che mi è stato affidato dal segretario nazionale Enrico Letta». Da questo contesto e da quello nazionale segue la decisione di rinviare il congresso a data da destinarsi. «Avremo a disposizione qualche tempo in più.

D’accordo con la segreteria nazionale - infatti aggiunge il Commissario Mauri - si è deciso di prolungare i termini dello svolgimento del Congresso. Questa scelta, che si rende necessaria a causa del peggioramento della situazione sanitaria legata alla pandemia, viene applicata anche alle altre regioni impegnate nel percorso congressuale regionale in cui non sia stato già formalizzato un percorso unitario». 


Il nulla di fatto
Fin qui l’ufficializzazione del nulla di fatto. L’inizio del nuovo anno ha portato il dibattito fuori da corso Stamira. È il segretario provinciale di Ascoli, Ameli a prendere la palla al balzo. «Penso che al partito democratico delle Marche serva una guida forte e legittimata. Nei territori provinciali a partire dalla federazione ascolana, si sono serenamente svolti i congressi, e penso che ciò possa essere fatto anche a livello regionale, se proprio si ritengono le primarie un metodo sbagliato. Sarebbe un errore grande non iniziare sin da ora il lavoro per rigenerare il PD Marche assieme a territori provinciali ed ai circoli e lavorare notte e giorno per la creazione di un’alternativa credibile e valida ad una destra oscurantista». Ameli chiede in maniera netta un cambio di rotta al commissario: «Nella stagione congressuale provinciale appena passata gli iscritti ed i militanti del Partito Democratico hanno chiesto a gran voce chiarezza ed una forte azione di opposizione, e penso che tutti noi abbiamo il dovere di dare una volta per tutte risposte serie». 


L’affondo finale
Per questo, e qui arriva l’affondo finale, «fare congressi su proposte politiche diverse, come avvenuto in alcuni territori, non necessariamente è un male. Dobbiamo mettere a terra subito il nuovo PD delle Marche».

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