Orte-Falconara, Pnrr a rischio: il raddoppio della ferrovia per Roma nella lista delle opere complesse

Orte-Falconara, Pnrr a rischio: il raddoppio della ferrovia per Roma nella lista delle opere complesse
Orte-Falconara, Pnrr a rischio: il raddoppio della ferrovia per Roma nella lista delle opere complesse
di Martina Marinangeli
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Venerdì 31 Marzo 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 14:07

ANCONA Il progetto di raddoppio della Orte-Falconara era stato messo nero su bianco in maniera organica, per la prima volta, nel protocollo d’intesa del 16 settembre 2020 tra Ministero delle Infrastrutture, Rfi e le regioni di Marche (allora a trazione centrosinistra) e Umbria. Pochi giorni dopo, le elezioni avrebbero portato a Palazzo Raffaello una giunta di un diverso colore politico, che però ha continuato il lavoro su quel solco, potendo beneficiare anche del fondi del Pnrr finalizzati a potenziare le direttrici ferroviarie trasversali tra l’Adriatico e il Tirreno nel centro Italia.


Il quadro

Risorse per mettere a terra le quali ci sono però tempi molto precisi, come noto.

E il collaudo al 31 dicembre 2026 rappresenta la deadline finale. A ricevere i finanziamenti da oltre 500 milioni di euro dal Piano nazionale, tuttavia, non è l’intero raddoppio, ma solo una piccola porzione, tutta ricadente all’interno delle Marche. Parliamo del raddoppio tra la Pm228 e Albacina - che oltre ai 35 milioni dal Pnrr, è riuscito ad accaparrarsi altri 130 milioni dal Contratto di Programma tra Ministero delle Infrastrutture e Rfi 2022/2026 - e delle fasi funzionali del collegamento Pm228-Caltelplanio. In questo caso, parliamo di 445 milioni dal Pnrr, a cui si sono aggiunti in corso d’opera 330 milioni dal Contratto di programma 2022/2026. I lotti funzionali di questo segmento sono tre: Pm228-Genga, Genga-Serra San Quirico e Serra San Quirico-Castelplanio. E di questi, è il lotto 2 (Genga-Serra San Quirico) quello su cui sono confluite le risorse europee e con l’iter più avanzato. 

Il disco verde

La scorsa settimana è infatti arrivato il disco verde del Ministero dell’Ambiente sulla compatibilità ambientale del Progetto di fattibilità tecnico ed economica. Un passaggio che ha richiesto diversi mesi, ma sulla base del quale ora Rfi può partire con la progettazione definitiva e avviare i cantieri. Fin qui, i tratti di raddoppio sotto l’egida del Pnrr (che garantisce anche 24 milioni di euro per interventi tecnologici) e che, grazie ai fondi inseriti nel Contratto di programma, trovano copertura finanziaria. Oltre questi confini, si aprono orizzonti più incerti. Come nel caso del raddoppio del tratto Terni-Spoleto, per la quale Rfi sta ultimando la project review del progetto definitivo per adeguarlo alle nuove norme tecniche di costruzione e ai nuovi standard tecnici di interoperabilità. Il costo era di 572 milioni di euro - cifra che con ogni probabilità andrà rivista al rialzo - e la copertura non superava i 13 milioni di euro. Ai tempi del famoso protocollo del 2020, la deadline per la sua realizzazione era stata fissata al 2030. 

Il tratto mancante

Il segmento di raddoppio più nebuloso è tuttavia quello tra Fabriano e Foligno, il più complesso anche a causa della necessità di realizzare numerose gallerie. La progettazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali è prevista entro il 2023. La buona notizia è che la tratta è stata inserita all’interno delle opere previste in progettazione nel documento degli interventi strategici del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. In un’audizione in Commissione Trasporti alla Camera, mercoledì a Roma, l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli ha fatto il quadro sulla situazione del raddoppio in generale, ponendo l’accento proprio sulla necessità di trovare una copertura finanziaria per la Fabriano-Foligno. Nella speranza che non salti quanto si riteneva già in cassaforte.

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