ANCONA Cresce l’occupazione precaria, personale più esposto a infortuni anche mortali. L’edilizia e il turismo sono i settori che trainano l’occupazione marchigiana che «tuttavia è afflitta sempre più dalla precarietà, che penalizza soprattutto i giovani e le donne» sottolinea la Uil Marche in vista di un autunno che si prospetta molto delicato. «Seppure gli indicatori del rapporto Svimez – spiega Claudia Mazzucchelli, segretaria Uil Marche – danno la nostra regione in ripresa dopo un 2020 disastroso e un 2021 di rimbalzo se analizziamo i dati sull’occupazione ci accorgiamo che si tratta di lavoro precario e di scarsa qualità». Secondo i dati Inps a crescere sono soprattutto i contratti in somministrazione aumentati del 26,6% tra il 2020 e il 2021. Sono 10mila solo nei primi tre mesi del 2022, circa il 20% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Gli indicatori
«Tutto questo mentre l’apprendistato stenta a decollare – aggiunge la segretaria Mazzucchelli - Nella nostra regione gli apprendisti sono diminuiti nel 2020 del 6,3%». Il lavoro precario si accompagna anche una scarsa formazione professionale e questo determina anche un’alta incidenza di infortuni. Da gennaio a giugno, secondo i dati Inail, se ne sono registrati oltre 10mila, +27% rispetto al 2021, con 15 lavoratori deceduti di cui 5 nel solo mese di giugno. «Constatiamo che purtroppo – conclude la segretaria – c’è più attenzione al profitto che alle persone e poca consapevolezza del rischio, a volte anche da parte dei lavoratori. Certamente pandemia e guerra hanno determinato un quadro di elevata incertezza che ha penalizzato le aziende, ma da questa crisi se ne può uscire solo con serietà e coraggio, investendo in innovazione, tecnologia e formazione».
Massimiliano Petrilli