ANCONA Medici e infermieri, tecnici di laboratorio e fisioterapisti, operatori sociosanitari e amministrativi sospesi dal lavoro per il rifiuto di sottoporsi al vaccino anti-Covid potrebbero essere presto reintegrati in servizio, anche prima della scadenza dello stop sospensione che il governo Draghi aveva fissato per 31 dicembre prossimo. Ad aprire le porte a un rientro anticipato di tutto il personale sanitario No Vax è il nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci, che in una nota l’altro ieri ha annunciato che è «in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione».
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Il nuovo ministro
Una decisione che il nuovo responsabile della Sanità nazionale ha deciso di adottare «in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali». Nelle Marche al momento risultano sospesi in tutto circa 150 operatori in servizio nelle aziende sanitarie e negli ospedali pubblici, tra cui pochissimi medici, meno di 10. Nelle cinque aree vaste dell’Asur Marche, secondo un aggiornamento di fine giugno, i dipendenti tenuti ai box per inosservanza dell’obbligo vaccinale erano 82: appena 4 medici, 28 infermieri, 46 tra Oss, fisioterapisti e altre figure. L’Area vasta numero 2, provincia di Ancona, è quella che ne ha di più, con 22. Ma un dato Asur ancora più aggiornato (fine settembre) parla di 5 medici e 28 infermieri fermi per mancata vaccinazione. A questi vanno aggiunti i sospesi delle tre aziende ospedaliere. A Marche Nord ieri, con gli uffici chiusi, erano in grado solo di fornire il dato del 31 dicembre scorso: 33 sospesi, nessun medico. Aggiornato a ieri invece il dato dell’azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, nuova denominazione degli Ospedali Riuniti di Ancona: 28 i dipendenti sospesi, sommando 2 dirigenti medici, 13 infermieri, 6 Oss, 3 ausiliari socio assistenziali e 4 operatori tecnici. Nell’intero periodo di obbligo vaccinale, sono stati 104 i dipendenti sospesi dall’azienda ospedaliera anconetana. All’istituto di ricerca Inrca, ieri fornivano il dato di 10 sospesi, tra cui solo un medico.
I ricorsi al Tar
Ma finché una norma è in vigore, l’Ordine è tenuto a farla rispettare. «Noi continuiamo a monitorare la situazione in base agli elenchi che ci arrivano dal nazionale e ad aprire, se necessario, dei procedimenti disciplinari che possono portare alla sospensione - spiega Borromei -. Nel nostro Ordine dei medici l’inosservanza dell’obbligo vaccinale è stata sempre piuttosto marginale e non ha creato, tranne in qualche caso iniziale, situazioni di criticità negli organici». La linea dell’Ordine di Ancona è stata quella del dialogo. «Abbiamo sempre dato modo ai collegi contrari all’obbligo vaccinale di argomentare le loro posizioni - spiega il presidente -. Poi è chiaro che la legge è legge. Sono pendenti alcuni ricorsi al Tar, contro le nostre sospensioni, che sono sanzioni amministrative».
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