Sanitari No Vax, il ritorno: nelle Marche in 150 aspettano il ritiro delle sospensioni

Sanitari No Vax, il ritorno: nelle Marche in 150 aspettano il ritiro delle sospensioni. Foto generica
Sanitari No Vax, il ritorno: nelle Marche in 150 aspettano il ritiro delle sospensioni. Foto generica
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Domenica 30 Ottobre 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 18:33

ANCONA Medici e infermieri, tecnici di laboratorio e fisioterapisti, operatori sociosanitari e amministrativi sospesi dal lavoro per il rifiuto di sottoporsi al vaccino anti-Covid potrebbero essere presto reintegrati in servizio, anche prima della scadenza dello stop sospensione che il governo Draghi aveva fissato per 31 dicembre prossimo. Ad aprire le porte a un rientro anticipato di tutto il personale sanitario No Vax è il nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci, che in una nota l’altro ieri ha annunciato che è «in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione».  


Il nuovo ministro


Una decisione che il nuovo responsabile della Sanità nazionale ha deciso di adottare «in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali». Nelle Marche al momento risultano sospesi in tutto circa 150 operatori in servizio nelle aziende sanitarie e negli ospedali pubblici, tra cui pochissimi medici, meno di 10. Nelle cinque aree vaste dell’Asur Marche, secondo un aggiornamento di fine giugno, i dipendenti tenuti ai box per inosservanza dell’obbligo vaccinale erano 82: appena 4 medici, 28 infermieri, 46 tra Oss, fisioterapisti e altre figure. L’Area vasta numero 2, provincia di Ancona, è quella che ne ha di più, con 22. Ma un dato Asur ancora più aggiornato (fine settembre) parla di 5 medici e 28 infermieri fermi per mancata vaccinazione. A questi vanno aggiunti i sospesi delle tre aziende ospedaliere. A Marche Nord ieri, con gli uffici chiusi, erano in grado solo di fornire il dato del 31 dicembre scorso: 33 sospesi, nessun medico. Aggiornato a ieri invece il dato dell’azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, nuova denominazione degli Ospedali Riuniti di Ancona: 28 i dipendenti sospesi, sommando 2 dirigenti medici, 13 infermieri, 6 Oss, 3 ausiliari socio assistenziali e 4 operatori tecnici. Nell’intero periodo di obbligo vaccinale, sono stati 104 i dipendenti sospesi dall’azienda ospedaliera anconetana. All’istituto di ricerca Inrca, ieri fornivano il dato di 10 sospesi, tra cui solo un medico. 
Numeri al momento non certo così elevati da mandare in sofferenza una struttura sanitaria, specie in questa fase dell’epidemia, con 142 pazienti Covid (6 in terapia intensiva) ricoverati nelle Marche. «La situazione pandemica si è modificata, non è più quella iniziale - riconosce il dottor Fulvio Borromei, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Ancona - e ritengo giusto che si faccia una riflessione anche sull’obbligo vaccinale del personale sanitario.

Se la situazione si modifica, trovo ragionevole discuterne».

 
I ricorsi al Tar


Ma finché una norma è in vigore, l’Ordine è tenuto a farla rispettare. «Noi continuiamo a monitorare la situazione in base agli elenchi che ci arrivano dal nazionale e ad aprire, se necessario, dei procedimenti disciplinari che possono portare alla sospensione - spiega Borromei -. Nel nostro Ordine dei medici l’inosservanza dell’obbligo vaccinale è stata sempre piuttosto marginale e non ha creato, tranne in qualche caso iniziale, situazioni di criticità negli organici». La linea dell’Ordine di Ancona è stata quella del dialogo. «Abbiamo sempre dato modo ai collegi contrari all’obbligo vaccinale di argomentare le loro posizioni - spiega il presidente -. Poi è chiaro che la legge è legge. Sono pendenti alcuni ricorsi al Tar, contro le nostre sospensioni, che sono sanzioni amministrative».

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