Orte-Falconara e uscita dal porto: il Recovery plan ci dà due chance. Il lato positivo: opere terminate entro il 2026

Orte-Falconara e uscita dal porto: il Recovery plan ci dà due chance. Il lato positivo: opere terminate entro il 2026
di Andrea Taffi
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 06:25

ANCONA - È decisamente prestigioso poter dire che le Marche sono state inserite per due volte nel Recovery plan alla voce infrastrutture. Peccato che la bozza finale di questa sorta di libro dei sogni aggiunga poco a quel che il Corriere Adriatico aveva già messo in fila la scorsa estate quando ha pubblicato 96 pagine tra fine luglio e metà settembre in una sorta di libro bianco sulle incompiute delle infrastrutture regionali. 


La notizia di lunedì sera
Partiamo dalla notizia che risale alla tarda serata di lunedì sera: nel documento Next generation che il Consiglio dei ministri ha valutato a distanza di 24 ore vengono riconosciute alla nostra regione due urgenze. La prima, avere un collegamento più agile su ferro per la capitale. Quindi: la ferrovia Orte-Falconara va velocizzata. Poi per una logistica intermodale completa va ultimato l’ultimo miglio per il porto di Ancona. Strada e ferrovia. Peccato però che al riscontro pratico mancano progetti definitivi (quindi subito cantierabili) per le due opere viste nella loro globalità. Ci sono solo dei segmenti pronti, altri no. E quindi il completamento dei lavori entro il 2026, vincolo posto dall’Unione Europea, potrebbe non essere rispettato. Intendiamoci: è meglio che le due opere siano nel Recovery plan, evidentemente, perché l’impegno con l’Europa farà da moltiplicatore in termini di velocità amministrativa e in termini di altre risorse che confluiranno sull’iter. Questo sì è un bene. Proviamo a vedere i dettagli.


La situazione della ferrovia per Orte
Il progetto per la velocizzazione della ferrovia porterà i convogli della Orte-Falconara a transitare tra 160 e 200 chilometri all’ora. Negli ultimi mesi, Marche e Umbria hanno firmato con Mit ed Rfi un protocollo d’intesa per accelerare il cronoprogramma almeno sui due tratti già finanziati (il raddoppio della tratta Terni-Spoleto da 572milioni di euro ed il raddoppio PM 228-Albacina da 80 milioni di euro, previsto per il2021) e per vedersi garantite le risorse per gli altri due, previsti nei fabbisogni finanziari del Contratto di programma tra Rfi e Mit 2022-2026.

Parliamo del raddoppio della tratta Foligno-Fabriano – che da solo vale 53,279 km e 1,9 miliardi – e della tratta PM 228-Castelplanio per 573milioni. 


La chiusura dei progetti
Il vero problema è arrivare a chiudere i progetti, passare il vaglio del consiglio superiore dei lavori pubblici e mettere a bando le opere. Poi ci sono i ricorsi e solo alla fine ci sono i cantieri. Il gruppo di lavoro Rfi-ministero-Regione sta cercando di stringere su due segmenti: il raddoppio della PM 228-Albacina e della Terni-Spoleto. Domanda: quando finiranno i progetti? Perché senza progetti si rischia di avere a che fare con un libro dei sogni. Inclusi i progetti i due segmenti si possono cantierare nel giro di tre anni e chiuderli nel giro di altri tre. Per il resto, vedremo


La considerazione analoga
Considerazione analoga può essere fatta per l’uscita dal porto composta dagli ormai arcinoti tre segmenti. Il primo, quello della litoranea Ancona-Torrette con interramento e allargamento della strada, più nuova ferrovia è al ministero dell’Ambiente in attesa della valutazione di impatto ambientale. Cambiata la commissione ad agosto le carte sono in alto mare. I soldi ci sono. Tendenzialmente potrebbe partite tra un anno e mezzo. Il secondo segmento, Torrette-Variante è quello più in alto mare perché non ha neanche uno studio di prefattibilità pronto (attualmente in corso). Poi ci sarà un progetto esecutivo, poi quello definitivo con tutti i filtri del caso del consiglio superiore dei lavori pubblici, poi il bando,di gara poi i ricorsi. Anche qui: averlo nel Recovery plan accelererà i passaggi di carte ma di quanto? E speriamo naturalmente che non si cambi direzione. 


Il terzo segmento della storia
Il terzo segmento è la parte dolce della storia: si tratta del raddoppio della Variante. Andato a bando a fine dicembre ha progetti pronti e ammodernati dopo la lunga trafila, i soldi sono lì da trent’anni e sono nel piano quadriennale di Anas. Se tutto va bene e calcolando i ricorsi di turno forse con un anno di attesa si potrebbe sperare anche di vedere il cantiere.

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