Nadia Storti, dg Asur: «I sanitari no-Vax? Quasi tutti in due province. Cerchiamo di convincerli ma sono posizioni ideologiche»

Nadia Storti dg Asur Marche
Nadia Storti dg Asur Marche
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Domenica 15 Agosto 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 16:47

Dottoressa Nadia Storti, direttrice generale dell’Asur, negli ultimi giorni sono partite le prime segnalazioni per il personale sanitario no vax: qual è la situazione? 
«Per ora sono 26 i dipendenti Asur segnalati ed abbiamo iniziato con le sospensioni. La maggior parte sono collocati tra le aree vaste 4 di Fermo e 5 di Ascoli Piceno. Un paio di casi nell’Av2 di Ancona, uno nell’Av1 di Pesaro e nessuno, invece, nell’Av3 di Macerata, almeno in questa prima tornata. Le prossime segnalazioni partiranno la prossima settimana, dopo Ferragosto». 

 
Parla di sospensioni perché non è stato possibile ricollocarli ad altra mansione? 
«Secondo me, quei pochi posti andrebbero lasciati a chi non ha potuto ricevere il vaccino per motivi di salute. In ogni caso, sono state istituite le commissioni per vagliare le posizioni dei dipendenti che non hanno aderito alla profilassi e le valutazioni sono in corso. Contestualmente, stiamo portando avanti un’azione di convincimento». 
Dei primi 26 no vax segnalati, siete riusciti a convincere qualcuno a vaccinarsi? 
«Di questi 26, no. Ma precedentemente, quando si era aperta la procedura, circa un migliaio di sanitari marchigiani aveva cambiato idea, decidendo di vaccinarsi». 
Quali sono le loro ragioni che adducono per non aderire alla profilassi? 
«La maggior parte dei sanitari non si dichiara no vax. Vogliono informazioni, ma anche se diamo loro risposte suffragate da evidenze scientifiche, non sono mai sufficienti e ne chiedono di ulteriori. Una sorta di meccanismo che tende alla strumentalizzazione». 
Una situazione simile si potrebbe riproporre anche nelle scuole, dal momento che è stato introdotto l’obbligo di Green pass per docenti e personale Ata: si rischia un impasse? 
«Nelle Marche, oltre il 90% del personale scolastico è vaccinato. Poi, come in ogni professione, c’è chi, per principio, non vuole sottoporsi alla vaccinazione. Ritengo che sia importante vedere quali sono gli aspetti scientifici: le persone che si ammalano adesso sono quelle non vaccinate; la popolazione fragile che invece ha ricevuto la profilassi non è colpita nemmeno dalla variante Delta; i positivi attuali hanno un’età media tra i 30 ed i 40 anni, fascia debole nelle vaccinazioni. Sull’efficacia del vaccino parlano i numeri e mi pare non ci siano più dubbi». 
La matematica non è un’opinione, insomma.
«Lasciarsi convincere da notizie infondate che girano su Facebook significa non vedere più in là del proprio naso. Sono posizioni più ideologiche che scientifiche».
Cosa direbbe per convincere gli indecisi? 
«Una società è veramente civile nel momento in cui tutela due categorie: i bambini e gli anziani. In questo momento, non stiamo tutelando gli anziani ed i malati. Non è corretto, soprattutto per gli operatori sanitari». 
La fascia di popolazione meno incline alla vaccinazione è quella che va dai 50 anni in giù, con la forbice 12-15 coperta appena al 36% con la prima dose: cosa state facendo per intercettare questi target? 
«Dal 16 agosto, i ragazzi dai 12 ai 18 anni potranno recarsi direttamente nei punti vaccinali senza prenotazione. Per convincere i giovani, sta aiutando anche l’obbligo del Green pass per accedere ad alcune attività, benché sarebbe bene fosse una scelta consapevole, piuttosto che dettata dall’obbligo».
Poi ci sono i cinque camper itineranti.
«Sì, anche l’esperienza dei camper ha avuto una buona risposta. Cercheremo di implementare questo servizio: già ora siamo sul lungomare di Civitanova e siamo stati a Porto Recanati, per avvicinarci ai più giovani. Ma anche per la popolazione over 60 non ancora vaccinata ha funzionato. Essere andati nei paesini di montagna e nell’area del sisma ha aiutato». 
Questa modalità “on the road” potrebbe sostituire gli hub vaccinali?
«Manterremo gli hub vaccinali almeno fino alla fine di settembre, per essere pronti. Secondo me quello sarà un mese impegnativo perché diverse persone hanno aspettato di fare le ferie prima di vaccinarsi».
m. m.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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