M5S, scontro Conte-Grillo, Emiliozzi guida il passaggio al partito dell'ex premier. Gli schieramenti nelle Marche

Fuga da M5S, Emiliozzi guida il passaggio al partito di Conte. Dalle Marche solidarietà all'ex premier
Fuga da M5S, Emiliozzi guida il passaggio al partito di Conte. Dalle Marche solidarietà all'ex premier
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Luglio 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 16:31

ANCONA - L’avvocato ed il comico. Il premier ed il fondatore. La ragione ed il sentimento. La dicotomia tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, agli antipodi sotto diversi aspetti, rischia di creare una frattura difficilmente sanabile all’interno di un Movimento 5 stelle ormai da tempo in crisi d’identità.

Coltorti: «Grillo? Un elefante in cristalleria. Il 33% è stata una congiunzione astrale. Lo dissi subito: bisogna riorganizzarci»

I duelli di cappa e spada che sono andati in scena in questi giorni tra le due figure di spicco – arrivati peraltro subito dopo l’affaire Rousseau e la faida con Davide Casaleggio – stanno mettendo in una posizione scomoda i rappresentanti istituzionali nostrani, che si muovono in ordine sparso. Ieri alle 19 era stata fissata l’assemblea dei parlamentari e la linea era quella di settarsi sul silenzio stampa fino ad allora, ma alcuni hanno deciso di rompere gli indugi, mostrando vicinanza all’ex premier. Probabile preludio di una fuga verso il nuovo partito dell’avvocato del popolo. La prima in ordine di tempo è stara la deputata e facilitatrice per le Marche, Mirella Emiliozzi, che in un post su Facebook si è detta «sconcertata ed amareggiata dall’atteggiamento di Beppe Grillo in queste ore. Da un lato il linguaggio con cui si rivolge a Giuseppe Conte ritengo sia del tutto fuori luogo: un leader che ha servito con onore e passione il nostro Paese, guidandolo con dignità e responsabilità in uno dei momenti più drammatici della storia. Dall’altro, richiamare in causa Rousseau dopo aver lavorato per mesi a chiudere definitivamente quella stagione, è incomprensibile». 


L’amarezza tangibile
Parole che riecheggiano in quelle del collega deputato Roberto Rossini, che diverse ore dopo scrive di essere altrettanto «deluso ed amareggiato. Non mi aspettavo un attacco a Conte così duro, ingeneroso ed anche ingrato. Mi sembra assurdo se penso a tutte le battaglie portate avanti insieme, a tutto il lavoro fatto in questi anni, alle nostre conquiste.

Conquiste ottenute anche per merito delle grandi capacità del nostro premier». La confusione è palpabile tra i pentastellati, anche perché nella riunione con i senatori dello scorso giovedì, Grillo aveva rassicurato che in 3-4 giorni si sarebbe trovata una quadra. 


Il cambio di rotta
Poi, il brusco cambio di rotta: «le trattative hanno preso una brutta piega lasciando spazio a una poco decorosa lotta per il ruolo di comando», contesta Rossini, aggiungendo che «questa è una sconfitta per tutti. Mi sembra abbastanza chiaro che, dopo quanto successo, la relazione tra Grillo e Conte sia finita, e sia alquanto improbabile che la situazione si possa risolvere. Anche se in cuor mio spero che non sia davvero finita». E la speranza è sempre l’ultima a morire.


Problemi noti da tempo
Meno netti altri pentastellati, come il deputato Maurizio Cattoi che però fa notare come «si tratti di una presa d’atto di problemi che sussistono da tempo, probabilmente anche di diversa natura rispetto a quella politica. «Parliamo - continua Cattoi - ad esempio degli Stati generali dello scorso anno, che dovevano portare soluzioni alle criticità che ci sono nella leadership, nell’organizzazione e nei ruoli delle singole figure, ma così non è stato. Credo che il capitale di autorevolezza fornito da Conte sia imprescindibile, almeno per questa fase del Movimento – puntualizza –. Ma dobbiamo darci un’organizzazione, che finora è mancata, e questo non lo risolvono né Beppe Grillo né Conte». 


La situazione complicata
Si limita a parlare di una situazione «complicata ed inaspettata» la deputata Patrizia Terzoni – che tuttavia come immagine profilo di Facebook ha proprio una foto con l’ex premier Conte –, mentre il senatore e facilitatore Giorgio Fede ecumenicamente osserva come «non sia la fase in cui bisogna schierarsi, ma quella in cui bisogna parlarsi, un po’ più tra di noi e un po’ meno fuori». La capogruppo in Consiglio regionale Marta Ruggeri, infine, si rivolge direttamente agli elettori invitandoli a «continuare ad avere fiducia in noi, che portiamo avanti principi e valori del M5S nei Consigli comunali, in Regione e in Parlamento. Ora più che mai serve che la comunità 5 Stelle si impegni per cercare unità al proprio interno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA