Moda, nelle Marche c’è posto per 570 assunzioni. Ma due addetti su tre non si trovano

La Cna sui dati di maggio: «Mancano operai specializzati e i grandi marchi ormai se li contendono»

Moda, nelle Marche c è posto per 570 assunzioni. Ma due addetti su tre non si trovano
Moda, nelle Marche c’è posto per 570 assunzioni. Ma due addetti su tre non si trovano
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 1 Giugno 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 15:04

ANCONA Solo nel mese di maggio le imprese del sistema moda marchigiano avrebbero voluto mettere sotto contratto, con assunzioni a tempo indeterminato o a termine, 570 operai specializzati, tra cui 320 addetti a macchinari dell’industri tessile e confezioni e 250 operai specializzati nella lavorazione di cuoio, pelli e calzature. Ma spesso, secondo gli ultimi dati Excelsior Unioncamere elaborati dal Centro Studi Cna, non sono riusciti a trovare personale adatto.

 

Le rinunce


Nel tessile hanno dovuto rinunciare al 66,9% delle assunzioni: per mancanza di candidati nel 31% dei casi e per preparazione inadeguata nel 34,4%. Peggio ancora nel settore delle calzature dove la mancanza dei candidati ha riguardato il 46,4% dei casi e la preparazione inadeguata il 25,6%.
Ma perché domanda e offerta di lavoro faticano a incrociarsi? Le imprese, per tre assunzioni su quattro richiedono esperienza nel settore e in un caso su quattro richiedono esperienza nella professione richiesta. Si cercano soprattutto operai addetti ai macchinari dell’industria tessile e delle confezioni, ma anche operai specializzati nella lavorazione del cuoio, delle pelli e delle calzature. E i grandi marchi ormai da tempo si contendono le poche figure specializzate alle imprese artigiane dei distretti del calzaturiero e del tessile abbigliamento, mettendo in seria difficoltà le filiere produttive dell’artigianato locale e delle piccole imprese.

Il grido d’allarme, anticipato l’altro ieri dai titolari del tomaificio Sagripanti Casette d’Ete sulle orlatrici contese dai grandi brand, arriva da Cna Federmoda Marche. «La mancanza di manodopera - affermano la presidente regionale di Cna Federmoda Doriana Marini e il coordinatore Alessandro Migliore - si aggiunge al rincaro dei costi energetici, all’aumento dei costi delle materie prime e all’inflazione. Per non mettere a rischio l’esistenza stessa dei distretti, occorre incentivare la collaborazione tra grandi marchi e piccole imprese per la formazione delle maestranze».

Il tavolo regionale


Un tema che, secondo Cna Federmoda, va affrontato al Tavolo regionale della moda, costituito dalla Regione Marche per salvaguardare un sistema che nel 2022, tra calzature e tessile-abbigliamento, ha esportato prodotti per 1,3 miliardi di euro. Tutelare la filiera, fa notare Cna, «significa tutelare le condizioni di lavoro, i laboratori, il welfare aziendale, le retribuzioni, la flessibilità di orario, garantendo agevolazioni economiche per chi assume». E la la formazione on the job è essenziale «perché la volontà di apprendere un mestiere è di competenza della scuola e dell’orientamento ma il mestiere si apprende in fabbrica».


Le borse lavoro


«Il sistema moda marchigiano - secondo Marini e Migliore - deve cogliere le opportunità derivanti dalla programmazione Europea 2021-2027, tramite i bandi sulla formazione professionale ad occupazione garantita, le borse lavoro, i voucher per la digitalizzazione, la ricerca e innovazione. Cosi come importante è cogliere l’opportunità della riapertura dello sportello della legge 181/89 a favore delle imprese dell’Area di Crisi Complessa fermano/maceratese che prevede progetti di investimento produttivo».
 

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