ANCONA - Bisognerà aspettare, prima di chiudere nell’armadio le scorte di mascherine. Perché fino a metà giugno i dispositivi di protezione individuale su naso e bocca, per altro di tipo Ffp2, continueranno a essere richiesti, non solo raccomandati, per accedere in alcuni luoghi al chiuso.
Le mascherine filtranti saranno necessarie soprattutto in ambienti sanitari, dove sono assistiti malati, anziani e soggetti fragili che vanno protetti dal virus, dove l’obbligo resta in vigore per lavoratori, utenti e visitatori. Ma serviranno le Ffp2 anche nei cinema e teatri, all’interno dei palasport dove si svolgono eventi sportivi al chiuso, e a bordo di bus, tram, metropolitane, treni e aerei.
Non saranno più tassative nei bar e ristoranti, nei supermercati e negozi e nei luoghi di lavoro (tranne quelli sanitari) dove restano comunque raccomandate, come in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico.
Gli spettacoli
L’obbligo di mascherina al chiuso, che secondo l’ultimo Decreto Covid sarebbe decaduto dal primo maggio, è stato prorogato ieri con un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, massimo fino al 15 giugno, in ambito sanitario (ospedali e Rsa, ma anche hospice, strutture riabilitative e di lungodegenza) nel trasporto pubblico locale e a lunga distanza, nei cinema e teatri e negli eventi sportivi e altri spettacoli al chiuso. L’obbligo resterà anche per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in «locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati», definizione che non ricomprende le discoteche, secondo una prima lettura degli addetti ai lavori. Le novità sono contenute nell’emendamento all’ultimo decreto Covid di marzo approvato ieri in Commissione alla Camera, recepito poi nell’ordinanza ministeriale che farà ponte in attesa della conversione del decreto. «Il 31 marzo abbiamo superato lo stato di emergenza, ma non siamo fuori dalla pandemia e serve ancora cautela», ha spiegato ieri il ministro Speranza.
Nel testo dell’emendamento non si fa riferimento ai luoghi di lavoro, dove l’argomento è rimesso ai protocolli tra imprese e sindacati.
Non cambierà nulla invece nelle scuole, dove la proroga dell’utilizzo delle mascherine, chirurgica o Ffp2 in caso di contatti con positivi, era già prevista fino alla conclusione dell’anno scolastico. Fanno eccezione i bambini fino a 6 anni di età e i soggetti con patologie incompatibili con le mascherine. E dopo il 15 giugno? «Credo che da giugno sarà abbastanza inevitabile che la mascherina venga eliminata», ha detto ieri il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Tramonta, come già previsto dal decreto del 24 marzo scorso, anche l’obbligo di Green pass. Il certificato verde continuerà a esistere come documento sanitario - che attesta l’avvenuta vaccinazione o guarigione dal Covid - ma non sarà più un lasciapassare indispensabile per partecipare a momenti di socialità o altre iniziative aperte al pubblico.
Il certificato
Dal primo maggio non servirà più il Green pass rafforzato (per vaccinazione o guarigione) per frequentare palestre e piscine al chiuso, prendere parte a cerimonie o feste, assistere a convegni e congressi, entrare in discoteche e sale da gioco, nei cinema e teatri. Il Super Green pass continuerà a essere richiesto, fino al 31 dicembre, per le visite negli ospedali e Rsa e altre strutture protette. Da domenica viene meno anche l’obbligo di green pass base al momento richiesto per accedere al luogo di lavoro, consumare in bar e ristoranti al chiuso, salire su aerei, treni, traghetti e pullman intra-regionali, partecipare a concorsi pubblici, accedere alle mense, andare allo stadio e assistere a spettacoli teatrali e concerti all’aperto.