ANCONA - Le Marche ottengono il pass per un’altra settimana in zona gialla, superando il “tagliando” settimanale a cui ministero della Salute e Istituto superiore della Sanità sottopongono le regioni per attribuire il colore adatto alla situazione dell’epidemia. Il monitoraggio di ieri, il numero 51 dall’inizio della fase 2 avviata nel maggio 2020, assegna alla nostra regione una classificazione di rischio moderata che, abbinata a un indice Rt inferiore a 1, conferma le Marche tra le regioni in fascia gialla. Dunque, libertà di spostamento senza autocertificazione, bar e ristoranti con i clienti nei dehors, cinema e teatri aperti, attività sportiva in ripresa.
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La rapidità del virus
Ma proprio l’andamento dell’indice di trasmissibilità, quello che misura la rapidità con cui il virus si propaga in un determinato territorio, segue un trend al rialzo che non lascia tranquilli.
Le province calde
Calano ancora i contagi settimanali, con un’incidenza di casi ogni 100mila abitanti scesa da 123,4 a 102, in pratica un -17% che risente però anche della frenata dei test nel ponte del primo maggio. Ma in due province marchigiane su cinque l’epidemia stenta molto a raffreddarsi. Ascoli Piceno ieri era a un’incidenza settimanale di 119 nuovi positivi, ma preoccupa soprattutto Pesaro Urbino, che con il rialzo di ieri (145 nuovi positivi sui 314 registrati nelle Marche) chiude il bilancio su sette giorni a 499 casi, con un’incidenza di 140, quasi due volte e mezzo quella di Ancona, scesa ieri a 61.
La curva appiattita
Il risultato è che la discesa della curva dei contagi nelle Marche, per quanto continui, si sta appiattendo. Non a caso il governatore Acquaroli l’altro ieri, proprio alla vigilia del report, aveva chiesto di fare attenzione perché «la discesa che abbiamo visto nelle settimane scorse non c’è più, nonostante la vaccinazione che continua».
Per lunedì sono attese le decisioni della Regione sui sette Comuni ad alto rischio Covid attualmente attenzionati per un’incidenza dei casi che rischia di superare (tre l’hanno già fatto da ieri) i 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti: tre sono nel Pesarese (Acqualagna, Petriano e Fossombrone), tre in provincia di Ascoli Piceno (Folignano, Acquaviva Picena e Castel di Lama) e uno nel Fermano (Montappone). Ma è chiaro che tutta la situazione delle province più “calde” attualmente è monitorata, per cercare di arrivare al prossimo report mantenendo i parametri, soprattutto l’Rt, da zona gialla. Per Pesaro Urbino, soprattutto, si cercherà di capire già dai primi giorni della prossima settimana se il rialzo degli ultimi giorni è dovuto solo a un imbuto delle diagnosi che si era creato con il ponte del primo maggio o se è l’inizio di un’impennata, da stoppare prima che sia troppo tardi. Si seguirà in particolare il trend dei casi sintomatici, quelli che incidono nella stima dell’Rt.
Di Covid-19, intanto, si continua a morire: ieri altre cinque vittime correlate all’epidemia, da 74 a 89 anni, che portano il totale nelle Marche a 2.965.
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