Bimbi, cluster familiari e seconde dosi scadute. Così le Marche sono piombate in zona gialla. Pompili: «Vaccini oltre 5 mesi per 300mila persone»

Nella fascia di età 6-10 ed 11-13 l’incidenza ha superato i 400 casi su 100mila abitanti

Bimbi, cluster familiari e seconde dosi scadute. Così le Marche sono arrivate in anticipo alla zona gialla
Bimbi, cluster familiari e seconde dosi scadute. Così le Marche sono arrivate in anticipo alla zona gialla
di Maria Teresa Bianciardi
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Sabato 18 Dicembre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 10:19

ANCONA La telefonata del ministro Speranza al governatore Acquaroli è arrivata nella tarda serata di giovedì: l’accelerazione dei contagi e dei ricoveri registrata nelle Marche negli ultimi giorni ha fatto saltare gli schemi ed attivare una sorta di Piano B per mettere in protezione prima possibile la popolazione ed il sistema sanitario. Dunque, la regione andrà in zona gialla da lunedì, senza aspettare il 27 dicembre. Che significa mascherine obbligatorie all’esterno, superando così le ordinanze che alcuni sindaci si erano apprestati a firmare in prossimità delle feste natalizie. 

 
L’impennata
Ma cosa è successo per indurre gli esperti del ministero ad anticipare il provvedimento di una settimana? A dicembre si è avuto un balzo di contagi molto forte che ha coinvolto in maniera importante la fascia di età pediatrica. «L’incidenza dei casi è cresciuta in maniera esponenziale - spiega il dottor Marco Pompili, direttore dell’Osservatorio epidemiologico della Regione -: nella fascia tra i 6 ed i 10 anni siamo arrivati a superare i 400 casi su 100mila abitanti ed in quella 11-13 si è arrivati fino a 504 casi. C’è poi un’altra variabile da tenere in considerazione, che è quella della popolazione con la seconda dose che ha superato i sei mesi dalla somministrazione: una platea di 300mila marchigiani». Due condizioni che hanno consentito al virus una rincorsa importante in questa quarta fase pandemica: i contagi tra i bambini ed i ragazzi tra gli 11 ed i 13 anni sono infatti i responsabili dei cluster familiari dove chi non ha ancora fatto la terza dose rischia di contrarre il Covid e - in situazioni di comorbilità - di finire in ospedale. 


La catena da spezzare
Un circuito che va bloccato quanto prima, con il rinforzo vaccinale ma anche con le somministrazioni ai bambini dai 5 agli 11 anni, partite già da tre giorni. «Basta vedere i contagi di oggi (ieri, ndr): su 682 nuovi casi positivi il 52% risulta essere vaccinato con due dosi», sottolinea ancora il responsabile dell’Osservatorio epidemiologico.

Della variante Omicron, invece, non c’è ancora traccia nei tamponi sequenziati dal laboratorio di virologia di Torrette, a parte il caso segnalato dalla regione Lazio nei giorni scorsi di una bambina, residente nelle nostra regione che vive con la famiglia in Sudafrica. Secondo i calcoli del dottor Pompili, le Marche dovrebbero raggiungere il plateau di casi - ovvero una certa stabilizzazione sui contagi - dalla metà di gennaio in poi. «Ma le variabili sono tantissime - mette in guardia -, tra cui la stessa Omicron. Dovremmo vedere cosa accade una volta che sarà arrivata anche nella nostra regione». Anche l’eventuale passaggio dalla zona gialla alla zona arancione non è ipotizzabile: bisognerà innanzitutto vedere cosa accadrà dopo le festività natalizie, dove non ci saranno limitazioni nelle visite e nei festeggiamenti in famiglia, mentre sarà obbligatoria la mascherina all’esterno, effetto appunto dell’ingresso in zona gialla.


Il report
L’annuncio ufficiale è arrivato ieri dal presidente della Regione, Francesco Acquaroli che ha motivato la decisione del ministero: «Nelle giornate di mercoledì e di giovedì si è registrata una forte accelerazione dell’incidenza, superando il fatidico 15% che ci consentiva di restare in zona bianca - ha scritto su Facebook -. In due giorni abbiamo registrato un incremento superiore a quello di una settimana intera». E il trend al rialzo è stato confermato dall’ennesima giornata di ricoveri in crescendo: +5 degenti per un totale di 191 pazienti infetti con 17 persone dimesse. In particolare sono in aumento i pazienti in reparti non intensivi (120; +3 rispetto a ieri) ma crescono anche i degenti in Terapia intensiva (36; +1) e Semintensiva (35; +1). E ieri L’Osservatorio epidemiologico ha comunicato altri 5 decessi correlati alla pandemia: le vittime, tre donne e un uomo, registrate nell’ultima giornata sono tutte di età compresa tra gli 83 e i 94 anni, alle prese con patologie pregresse: quattro erano della provincia di Ancona (un 83enne di Arcevia, una 83enne di Ancona, una 89enne e un 94enne di Senigallia) e una 89enne di Pesaro. Gli assistiti in strutture territoriali sono attualmente 101 mentre le persone in osservazione nei pronto soccorso sono 38. 

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