ANCONA - «La questione non è se rischiamo la zona arancione, ma se ci finiamo lunedì prossimo o il lunedì successivo, tanto è risicato il margine». Un’analisi che lascia poco spazio alle interpretazioni quella del governatore Francesco Acquaroli che, dati alla mano, traduce in sfumatura di colore quello che è un trend consolidato da ormai qualche settimana. Il tasso d’incidenza è schizzato alle stelle – ieri ha raggiunto il nuovo record di 2549 casi ogni 100mila abitanti –, e le terapie intensive hanno già da tempo superato la soglia del 20% nell’occupazione dei posti letto, benché con i nove pazienti in meno negli ultimi due giorni, la percentuale sia scesa al 21,5%.
L’impennata
Finora ci aveva tenuto in zona gialla l’area medica, ma le ultime 48 ore hanno registrato un’impennata negli accessi: 15 degenti in più, cosa che ha portato il tasso di occupazione a 21,9%, appena sotto la sottile linea rossa del 30%.
Botta e risposta
Alle critiche sullo sbilanciamento nel numero dei casi Covid gestiti dalle diverse strutture – con Marche Nord che da sola ne accoglie 22 in intensiva, 31 in semi intensiva e 61 in area medica – ha replicato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini: «Gli investimenti fatti dallo Stato durante la prima ondata hanno portato a 105 nuovi posti letto di terapia intensiva nelle Marche e si è scelto di farne 41 a Marche Nord. Quindi mi chiedo: come si può immaginare che le persone non le curiamo a Pesaro ma da un’altra parte? Allora avremmo dovuto investire da un’altra parte o spostare i posti letto. Diciamolo con chiarezza: qui c’è anche l’ambizione di alcune aziende di accaparrarsi i finanziamenti, le tecnologie, e poi si dice che abbiamo troppi pazienti». Poi l’affondo: «ogni sindaco mi chiama dicendo che non vuole pazienti Covid nei propri ospedali, ma queste strumentalizzazioni sono gravi perché non possiamo discriminare i pazienti in base alla tipologia».
m. m.
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