Doppia accusa, i writer restano reclusi in India: «Liberateli su cauzione»

Doppia accusa, i writer restano reclusi in India: «Liberateli su cauzione»
Doppia accusa, i writer restano reclusi in India: «Liberateli su cauzione»
di Gianluca Fenucci
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Sabato 8 Ottobre 2022, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 11:18

ANCONA - Restano in stato di detenzione, in un posto di polizia di Mumbai, i quattro writer italiani arrestati domenica scorsa in India dopo un raid a colpi di spray nella stazione della metropolitana di Ahmedabad. Oltre a quell’incursione, compiuta nella notte tra venerdì e sabato per imbrattare due vagoni in sosta, i giovani originari di Marche e Abruzzo sono accusati anche di un blitz analogo, tentato senza successo il 26 settembre alla metro di Mumbai.

Ieri nella megalopoli indiana si è tenuta un’udienza preliminare, ma non sono state prese decisioni sulle sorti dei quattro. «Era soltanto un’udienza interlocutoria dove la polizia ha formulato davanti al giudice l’accusa di imbrattamento e danneggiamento dei vagoni della metropolitana e la difesa ha presentato alcuni documenti e un’istanza nel caso ci sia la possibilità di far uscire i quattro giovani su cauzione», spiegano gli avvocati Vito Morena e Francesca Di Matteo, legali di Alba Adriatica in provincia di Teramo, che assistono i quattro writer fermati in India: Sacha Baldo, 29 anni di Monte San Vito, Paolo Capecci, 27 anni di Grottammare in provincia di Ascoli Piceno, Daniele Stranieri, 21 anni di Spoltore e Gianluca Cudini, 24 anni di Tortoreto. 

La coincidenza

I due legali, che in India si affidano ad altri avvocati loro referenti, seguono costantemente le vicende dei quattro. «Di cosa sono accusati i quattro amici? Non certo di reati gravi anche se in un primo momento si era anche parlato, erroneamente, di terrorismo. Il codice penale indiano prevede reati simili ai nostri – dicono i due avvocati abruzzesi - che però sono configurati in maniera diversa: i giovani sono accusati di aver violato l’accesso di domicili e, in particolare, di aree pubbliche ma vietate all’ingresso di persone. Anche l’episodio del graffito è stato contestato ai nostri quattro assistiti ma rientra in una sorta di danneggiamento che è considerato un piccoli reato». 
L’avvocato Vito Morena approfondisce la questione del reato di terrorismo che poteva configurare accuse molto gravi e pene rilevanti e molto pesanti. «Si è verificata la coincidenza che l’area della metro dove i ragazzi hanno imbrattato i due vagoni in questione doveva essere visitata più tardi in quello stesso giorno dal Primo Ministro Narendra Modi, che doveva inaugurare la fase 1 del servizio ferroviario della metropolitana e quindi c’è chi ha messo in relazione le due vicende ma la questione si è ben presto ridimensionata e non c’è più alcuna accusa di terrorismo a carico dei quattro amici».

Lo scenario

Anche sull’udienza di ieri che si è tenuta a Mumbai i due legali abruzzesi confermano che si è trattato di un’udienza preliminare dove non è stata presa alcuna decisione mentre sono state recepite le istanze della polizia indiana che rappresenta l’accusa e della difesa.

Per quanto riguarda lo scenario futuro c’è ancora da attendere qualche giorno per sapere se il monsanvitese Sacha Baldo ed i suoi tre amici potranno essere scarcerati. «I ragazzi – affermano gli avvocati Morena e Matteo - saranno ancora sentiti all’inizio della prossima settimana». I due legali chiariscono anche che i giovani non sono assolutamente reclusi in un carcere indiano. «Sono tutti e quattro insieme in una stanza del commissariato di Mumbai, stanno bene a livello di salute e non sono mai stati reclusi con altre persone e altri condannati. Sono solo in attesa della prossima udienza. Cosa ci aspettiamo? Che siano prosciolti visto che era stata loro contestata una violazione più grave che però è subito decaduta. Dipenderà dal giudice ma si capisce facilmente che il terrorismo non c’entra nulla come il far parte di qualche organizzazione eversiva. Hanno causato un danno come sostengono le autorità indiane? Sicuramente, ed infatti si prospetta per loro una multa di 50mila rupie, pari a circa 630 euro». 

I familiari

A Monte San Vito, però, la madre di Sacha Baldo, che è sempre stata molto riservata nei commenti, si è ancora più stretta in un comprensibile silenzio. Passano i giorni ma Sacha e i suoi amici sono ancora in stato di fermo in India, all’interno del commissariato di Mumbai, una situazione che getta nell’ansia e nella preoccupazione familiari e amici dei quattro giovani.

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