«Longhi, fuga in avanti». Ma Ceriscioli non chiude

«Longhi, fuga in avanti». Ma Ceriscioli non chiude
di Martina Marinangeli
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Venerdì 10 Gennaio 2020, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 11:47

«Le varie fughe in avanti, parlando male delle persone che dovrebbero essere i tuoi futuri compagni di viaggio, non sono un’ottima idea»: il professore bacchetta sulle mani il rettore. Nel giorno della candidatura ufficiale di Sauro Longhi a governatore, l’attuale numero uno di palazzo Raffaello, Luca Ceriscioli, non colpisce troppo duro, ma neanche nasconde il malumore per l’uscita del suo primo, concreto, competitor nell’agone del centrosinistra in vista delle Regionali.

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Al grido di «discontinuità», l’ex guida della Politecnica ha bocciato buona parte dell’operato dell’esecutivo e messo all’indice uno dei pesi massimi del Pd, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci – che non a caso pare non aver affatto gradito la sua discesa in campo – definendolo, con un giro di parole, trasformista per aver aperto ai 5 stelle all’indomani del Conte-bis, dopo averli sempre bastonati. Una mossa poco conciliante e forse troppo audace in una fase delicata come questa, quando una parte del Pd – che dovrebbe essere azionista di maggioranza della sua candidatura insieme al M5S – spera ancora di poter giocare la carta Mancinelli. Nel Ceriscioli-pensiero si tratta di un passo falso (forse malconsigliato) da parte dell’ex rettore, da cui si sarebbe aspettato anche una volontà di confronto.

Come a dire: se ci fosse un nome capace di mettere d’accordo tutte le anime del mondo progressista - dal centrosinistra ai pentastellati – il governatore non resterebbe sul campo a fare da ostacolo, ma Longhi ha stuzzicato una parte molto forte dei Dem, nel momento stesso in cui si è proposto di rappresentarli, e questo potrebbe essere un problema. Tornando al ragionamento ad alta voce, Ceriscioli va di diplomazia quando aggiunge «lavoriamo per costruire la base più ampia possibile, partendo dai contenuti e condividendo le cose da fare». Concetto simile a quello espresso in una nota dal sempre cauto segretario regionale Dem, Giovanni Gostoli, che lo ribadisce come un mantra e bacchetta Longhi alludendo a Ricci («ogni attacco a personalità Pd è un attacco a tutto il Pd»). Frenando il passo in avanti di Longhi, ma non chiudendo la porta.

Molto si capirà nell’incontro di coalizione di oggi, per la prima volta aperto al M5s, anche se grande è la confusione sotto il cielo pentastellato. La co-referente per le Regionali, la deputata Martina Parisse, scrive a Gostoli per fargli sapere che oggi non sarà presente perché il gruppo parlamentare ha bisogno di un’altra settimana per confrontarsi su quella che viene considerata un’interlocuzione importante. Intanto, però, i consiglieri regionali Maggi, Pergolesi e Giorgini (oggi presenti al tavolo) affermano di essere «in sintonia con le dichiarazioni di Longhi, tematiche a noi care su cui ci battiamo da anni», nell’incipit di una lettera aperta in cui, di fatto, sponsorizzano l’ex rettore alla guida di palazzo Raffaello.

Un plauso alla persona ed alle sue capacità a cui fa eco anche il senatore 5 stelle Mauro Coltorti. Ma da un parlamentare all’altro il registro cambia, e così, dalla sua pagina Facebook, Donatella Agostinelli bolla sarcasticamente i tre consiglieri come «novelli re Magi, che parteciperanno all’incontro del Pd organizzato per affrontare il tema dell’alleanza in previsione delle prossime elezioni regionali.Nonsicapisceache titolo.Ma,si sa, per una poltrona in più o un ruolo di potere messo sul piatto, può disconoscersi tutto.Anche lapropria storia». 

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