Se Acquaroli è in pole, Bacci inizia l'ascesa. Centrodestra arenato nelle Marche

Se Acquaroli è in pole, Bacci inizia l'ascesa. Centrodestra arenato nelle Marche
Se Acquaroli è in pole, Bacci inizia l'ascesa. Centrodestra arenato nelle Marche
di Martina Marinangeli
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Venerdì 12 Giugno 2020, 10:21

ANCONA - L’obiettivo era quello di chiudere la partita entro la settimana. Un cronoprogramma confermato anche dallo stesso leader della Lega Matteo Salvini durante il suo minitour delle Marche lo scorso lunedì. Il tavolo nazionale del centrodestra, però, si è arenato in un’impasse che blocca la scelta dei candidati per le Regionali, ed anche l’incontro di ieri (dopo quello interminabile del giorno precedente) si è concluso con una fumata nera e con un rinvio alla prossima settimana, probabilmente martedì. Nulla di fatto, dunque, anche se il borsino dà ancora il deputato Francesco Acquaroli, targato Fratelli d’Italia, come il più quotato.

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Se Giorgia Meloni non sembra intenzionata a mollare di un millimetro sul suo candidato - annunciato già lo scorso dicembre, con una fuga in avanti che aveva infastidito non poco gli alleati padani -, il Carroccio non resta con le mani in mano e punta molto sul civico Massimo Bacci, sindaco di Jesi molto stimato nel territorio.
 
Dopo l’endorsement di Pierluigi Bocchini, presidente della Clabo spa e vicepresidente di Confindustria Marche Nord, Massimo Stronati (presidente Confcooperative Lavoro) ed Alessandro Alessandrini di Confagricoltura, ieri si è aggiunto all’elenco il numero uno di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, che però premette: «Parlo a titolo personale. Conosco Massimo Bacci e devo dire che ha amministrato molto bene Jesi, città dove si trova la mia azienda e dove vivo gran parte della giornata. Per questo, posso testimoniare direttamente che, sotto la sua guida, Jesi ha cambiato volto. È una persona bravissima, competente e preparata. Altra caratteristica importante: viene dal mondo del lavoro, che non è cosa di poco conto. Insomma ha tutte le qualità giuste per essere un candidato ideale ad assolvere al meglio il ruolo di presidente della Regione». Insomma, un bel poker di sostenitori dal mondo economico.
Assist e rumors
Rumors dicono che dietro agli assist del mondo imprenditoriale - susseguitisi a stretto giro di posta proprio nei giorni caldi del braccio di ferro tra Lega ed Fdi, in maniera in effetti un po’ sospetta - ci sia la regia di Giancarlo Giorgetti, ma il commissario del Carroccio, Riccardo Augusto Marchetti, smentisce la cosa. «Ho parlato di Bacci sia con lui che con Salvini, ma nella Lega non ci sono ingerenze nei territori altrui. Non mi avrebbero mai scavalcato perché, quando si affida a qualcuno la gestione di un territorio, poi ci si fida del suo operato. Più probabilmente, quei mondi economici e produttivi, con i quali sono in contatto, hanno condiviso la visione secondo la quale Bacci sarebbe un buon candidato governatore». 
Chi sale e chi scende
Acquaroli vs Bacci, dunque, con l’altro competitor in campo, il primo cittadino di Civitanova Fabrizio Ciarapica, che invece pare perdere quota. Nel sud della regione ci sarebbe già una prevalenza del centrodestra e, per vincere, vanno espugnate le roccaforti di Pesaro ed Ancona, province che oltretutto rappresentano il bacino elettorale più ampio. Salvini&co vedono nella figura di Bacci la persona più adatta a raggiungere lo scopo, data la sua posizione più baricentrica anche rispetto al deputato di Potenza Picena, ma se è vero questo, a tenere in stallo il tavolo del centrodestra pare proprio che non siano le Marche, quanto il sud Italia. Il leader del Carroccio vuole consolidare la presenza del suo partito, per ora scarsa, nella parte bassa dello Stivale per suggellare la nuova identità nazionale della Lega. 
Lo scacchiere nazionale
Puglia o Campania, quindi, nella prossima tornata elettorale, ma secondo gli accordi presi ad ottobre, la prima sarebbe dovuta andare a Fdi e la seconda a Forza Italia.

Su Raffaele Fitto, Meloni pare averla spuntata, ed il bandolo della matassa si sarebbe spostato sullo sfidante da contrapporre a Vincenzo De Luca. Se la Lega dovesse cedere su entrambi i fronti, potrebbe puntare altrove il suo sguardo, con le Marche che entrerebbero nel mirino.

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