ANCONA- Sono 663 le donne marchigiane che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza delle Marche nel 2021, un aumento di 180 rispetto al 2020. La statistica parla di 489 italiane, 174 straniere e la fascia d'età più esposta è quella che va dai 30 ai 50 anni, donne adulte in maggioranza coniugate o unite civilmente e proprio entro le mura domestiche si sviluppa la maggioranza delle violenze.
Un impegno condiviso
«Il consolidamento della rete antiviolenza territoriale è più che mai una priorità per accogliere e tutelare le donne e per prevenire la violenza», commentano Loredana Longhin, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, segretarie regionali di Cgil, Cisl, Uil, ricordando i recenti femminicidi avvenuti ad Osimo e a Fano.
Le donne vittime di violenza chiedono ascolto, consulenza psicologica e legale, orientamento, accompagnamento e sostegno all'autonomia per cui alloggio e lavoro sono fondamentali. «Proprio il lavoro deve essere il fattore principale di emancipazione, di libertà e di valorizzazione per le donne».
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