CasalFarneto, Paolo Togni fa crescere la cantina di Serra de’ Conti. «Verdicchio? Grande vino ma va fatto conoscere, serve più comunicazione»

Paolo Togni
Paolo Togni
di Andrea Fraboni
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Giovedì 16 Dicembre 2021, 08:55

SERRA DE' CONTI - «Il vino buono ormai lo facciamo in tanti, ora è fondamentale saper comunicare l’eccellenza dei nostri prodotti e l’unicità della nostra terra». Paolo Togni sulle colline di Serra de’ Conti ha le radici del suo essere, della sua impresa (CasalFarneto) e dei suoi sogni che quasi sempre diventano realtà. Anche nelle stagioni più difficili. Come gli ultimi due anni segnati dalla pandemia: CasalFarneto ha fatto un salto in avanti del 30%, assestando le vendite del 2021 sulle 900mila bottiglie. Chi crede nei progetti e investe, quasi sempre ottiene la benedizione dai mercati.

«Visto il periodo - conferma Togni - ho dovuto allargare il pacchetto dell’offerta che è stata diversificata ma questo ci ha premiato, perché abbiamo puntato sempre sulla qualità». Certamente il Verdicchio fa la parte del leone ma c’è tanto altro. «Ci sono stati momenti anche drammatici - ammette Togni con la sua proverbiale schiettezza - cioè alla sera non sapere quello che sarebbe stato l’indomani mattina. Ma questa nostra terra meravigliosa ci ha sostenuto, ci ha dato forza. D’altronde il vino è un prodotto sempre di moda, che rappresenta il territorio». Il pensiero è rivolto quindi alla grande potenzialità di questa regione, un leit motiv che Paolo Togni predica da lustri. «In questi mesi sono rimasto quassù, davanti alla cantina abbiamo ristrutturato un casale (Casale Rita, ndr) che ci mette all’avanguardia per l’accoglienza». Un’opera che è già nel futuro grazie al lavoro dell’architetto Nello Petrini. Un intervento che ha ottenuto premi e riconoscimenti: «Siamo tra le migliori aziende per l’accoglienza e questo è un nuovo punto di partenza». Una quindicina di etichette tra cui un passito (Ikon) «da sempre la mia passione». Il lavoro del nuovo enologo (Stefano Chioccioli) ha affiancato l’impegno competente e passionale di Paolo Togni. «Con lui c’è stato un vero cambio di passo verso la sostenibilità e il bio». Ma anche per gli investimenti sono stati mesi importanti: «L’obiettivo - continua Togni - è migliorare sempre la qualità dei nostri prodotti, ci serve una spinta maggiore, i mercati non sono facili. L’export è cresciuto bene». La quota si attesta sul 25% mentre in Italia il marchio CasalFarneto è consacrato. Grande il Verdicchio dei Castelli di Jesi, gli ettari totali sono 35: tecnologia, tradizione e sostenibilità si fondono per produrre vini d’eccellenza. In ordine sparso sicuramente il Crisio Verdicchio Riserva Docg, l’originale Cimaio (Marche Igt Bianco), la garanzia Grancasale, Doc Classico Superiore. Il nuovo che avanza, ecco il Diego Verdicchio Doc Classico, rigorosamente biologico. Poi i rossi (Rosso Piceno, Rosso Conero e bio) e un capitolo a parte, anzi un cantico meriterebbe Assoluto, una volée a tiratura limitata. Infine, ma non ultime, gli spumanti con il Primo che è alla ribalta per freschezza e qualità. Cinque modalità diverse di interpretare le bollicine, dal Brut Metodo Classico al Verdicchio, la Passerina, lo spumante biologico e il Moscato, queste ultime bottiglie con il metodo Charmat lungo. «In omaggio a mio nonno Primo che mi ha insegnato tutto quello che c’è da sapere per produrre una buona bottiglia di spumante». Persone vere che regalano grandi vini ma anche emozioni uniche.

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