ANCONa - Una banca dati per il monitoraggio produzione e vendita dei vini biologici. La proposta, accompagnata all'invito alle Marche a fare da pripista, è stata lanciata da Alberto Mazzoni, direttore dell'Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e rappresentante dei consorzi italiani al Comitato vini presso il Mipaaf ed è stata prontamente accolta dall'assessore regionale Mirco Carloni.
«Il vigneto biologico italiano, merita maggior attenzione di quanto non ne abbia oggi. - spiega Mazzoni- Rappresentiamo 1/4 degli ettari vitati bio nel mondo con un'estensione che nell'ultimo decennio è aumentata di oltre il 100%, ma ancora non abbiamo una banca dati sul settore per osservare il fenomeno a partire dai suoi fondamentali, legati a produzione, confezionamento e vendita. Le Marche, tra le regioni più bio in Europa in rapporto alla superficie vitata, hanno da poco siglato il Patto per il distretto biologico unico che, grazie alla partecipazione della Regione e delle sigle del comparto, diventerà la più grande area europea attenta allo sviluppo di una pratica sostenibile e alla salute dei consumator.
“Attivare una banca dati nazionale su produzione e vendita dei vini biologici - ha repliato l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni -non è solo un’idea condivisibile ma anche una scelta strategica per far crescere una pratica a forte valore aggiunto che va nella direzione auspicata dalla Regione Marche. Sottoporrò l’istanza al ministero delle Politiche agricole, certo che il ministro Stefano Patuanelli e il sottosegretario con delega al vino, Gian Marco Centinaio, ne comprenderanno il valore strategico”.
«Le Marche - assicura Mazzoni - hanno una fortissima identità green e occupano la terza posizione tra le regioni a maggior concentrazione bio in vigna (34% sul totale vigneto), dietro a Calabria e Basilicata». Mazzoni assicura all'assessore regionale all'Agricoltura, Mirco Carloni, vice presidente della Regione, «piena adesione al progetto» di distretto biologico unico e chiede di fare da «apripista in Italia anche in chiave di monitoraggio con una banca dati del vino biologico, la cui domanda è in fortissima ascesa in Nord Europa, negli Stati Uniti e in altri mercati strategici delle nostre produzioni, a partire dal Verdicchio».
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