Verso i lockdown mirati. Marche, rischio moderato ma il quadro si aggrava

Verso i lockdown mirati. Marche, rischio moderato ma il quadro si aggrava
Verso i lockdown mirati. Marche, rischio moderato ma il quadro si aggrava
di Lorenzo Sconocchini
4 Minuti di Lettura
Martedì 3 Novembre 2020, 04:05

ANCONA - Se il prossimo decreto del premier Conte, com’è ormai scontato, contemplerà lockdown mirati nei territori a più alta diffusione dell’epidemia e limiti allo spostamento tra regioni, quanto rischiano le Marche? E in una situazione come questa, dove il Covid si propaga più in alcune zone piuttosto che in altre, c’è la possibilità che certe restrizioni riguardino solo alcune province?

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Nell’ultimo report del monitoraggio settimanale che ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità hanno avviato dalla fine della clausura di primavera, le Marche non sono incluse tra le 11 regioni classificate a «rischio elevato di una trasmissione non controllata della malattia» (per le quali potrebbero scattare presto ulteriori restrizioni) e nemmeno tra le otto a rischio moderato con elevata possibilità di progredire a rischio alto nel prossimo mese. 


Anche l’indice di trasmissibilità del contagio Rt, stimato per le nostra regione in 1.48, si manteneva sotto la soglia critica di 1.5, superata da 13 regioni o province autonome.

Il report evidenziaca per le Marche un problema di tracciamento dei positivi, con 878 contagi (il 55% del totale) di cui si era perso il filo, per un problema - già superato - di ritardato inserimento dei dati di due giorni nel database del ministero, per la cancellazione di alcune voci per casi di omonimia. Ma a parte quel contrattempo, a cui si è già ovviato, le Marche venivano considerate “a rischio moderato”, senza una prognosi sul rischio di un aggravamento a breve.


Ma quell’istantanea, riferita alla settimana 19-25 ottobre, che per altro calcolava l’Rt sui soli casi sintomatici in un range di 14 giorni (8-21 ottobre) rischia di essere già ingiallita perché in sette giorni l’epidemia ha galoppato: nell’ultima settimana sono stati diagnosticati nelle Marche altri 3.499 casi positivi (contro i 1.610 della settimana del report) e i ricoveri per Covid sono saliti dai 227 del 25 ottobre (27 dei quali in terapia intensiva), ai 384 di ieri, con 50 pazienti in rianimazione. E già sabato scorso, all’indomani della presentazione del report, l’assessore regionale alla Sanità Saltamartini aveva annunciato che nelle Marche l’indice di contagiosità Rt era passato da 1.45 nel periodo 5-11 ottobre a 1.55 nel range 12-18 ottobre.


Un quadro in evoluzione peggiorativa, con una diffusione del contagio molto diversa da territorio a territorio. Le situazioni più critiche riguardano ora le province di Ancona e Macerata. Il capoluogo di regione e il suo hinterland nell’ultima settimana hanno avuto 1.202 nuovi casi di Coronavirus, in media 171 al giorno, e un’incidenza settimanale per 100mila abitanti (dato che misura la diffusione del virus a parità di popolazione) di 255 casi. Non è da meno la provincia di Macerata, con 843 casi settimanali (120 al giorno) e un’incidenza maggiore di Ancona, 268,3 casi per 100mila residenti, superata solo da Fermo (304,9) che essendo la meno popolosa spicca per “densità” del virus anche con meno casi (530). Il Piceno, dopo un settembre in cui aveva fatturato il 30% di tutti casi nelle Marche, ora ha rallentato (61 casi al giorno) e la provincia più virtuosa si conferma Pesaro Urbino, uscita con le ossa rotte dalla fase 1, ma ora abbastanza al riparo con meno di 50 casi al giorno e un’incidenza settimanale (96,7) due volte e mezzo inferiore ad Ancona e Macerata. Con un quadro del genere, sembrano davvero inattuali alcune stime dell’Rt su base provinciale contenute nel report dell’Iss, che inseriscono nello stesso range (tra 1,35 e 1,5) province dall’andamento molto diverso come Fermo, Pesaro Urbino e Ancona.


Ma non sarà solo l’Rt a decidere le misure di contenimento necessarie nelle varie Regioni per arginare l’epidemia. Il nuovo meccanismo che si va delineando nel prossimo Dpcm che il premier Conte dovrebbe firmare oggi, distingue tre aree di rischio e oltre a dare peso all’indice di contagio (si entra in allerta quando viene superato il livello di 1,5) indica 21 criteri che stabiliranno un «coefficiente di rischio»: si va dal numero dei casi sintomatici (a ottobre nelle Marche sono stati il 25% del totale) ai ricoveri, dai casi di contagio nelle Rsa alla percentuale di tamponi positivi (negli ultimi due giorni le Marche hanno superato il 30%) condiderando anche il tempo medio che trascorre tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto in base alla disponibilità.

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