Metà dei marchigiani ha fatto la prima dose di vaccino. Saltamartini: «Avanti con Pfizer e Moderna». I nodi del richiamo di Astrazeneca

Metà dei marchigiani ha fatto la prima dose di vaccino. Saltamartini: «Avanti con Pfizer e Moderna». I nodi del richiamo di Astrazeneca
di Maria Teresa Bianciardi
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Lunedì 14 Giugno 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 10:44

ANCONA - Da ieri metà dei marchigiani sono vaccinati con la prima dose di siero anti Covid. In totale 753.236 anche se, sottolinea l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini «la popolazione vaccinabile è di circa 1,250 milioni».

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Il traguardo è arrivato nella giornata di ieri, dopo un sabato anomalo dal punto di vista dell’organizzazione vaccinale, con le prenotazioni per i richiami di Astrazeneca trasformati immediatamente in seconde dosi con Pfizer. «La Regione Marche si è adeguata dalla sera di venerdì scorso con un sms diretto a tutti i dirigenti Asur», specifica l’assessore, ma non tutti i governatori hanno seguito la linea dettata dal governo.


I chiarimenti
Tanto che ieri sia il premier Draghi sia il ministro Speranza hanno ribadito alle Regioni di allinearsi ai piani nazionali. «Il Cts ha lavorato molti giorni su come proseguire questa campagna di vaccinazione.

E lo ha fatto in stretta connessione con ministero e Aifa. Le nuove indicazioni sono state decise all’unanimità dopo un confronto importante anche con Aifa, con la partecipazione del direttore Nicola Magrini e del presidente Giorgio Palù», ha aggiunto il ministro, invitando i presidenti a rispettare le indicazioni che arrivano da Roma dopo lo stop alla somministrazione di Astrazeneca agli under 60, richiamo compreso. «Mercoledì c’è la conferenza delle Regioni - ha sottolineato l’assessore saltamartini - in cui si dovrà affrontare il tema dell’impiego dei vaccini a base virale anche per le persone con più di 60 anni, nei confronti dei quali questo farmaco sembra essere più idoneo a sviluppare la copertura immunitaria».


I dubbi 
Soprattutto bisognerà chiarire se chi - tra gli under 60 - è stato vaccinato prima con Astrazeneca e poi con Pfizer si debba sottoporre ad un altro richiamo con il siero anglo svedese. Intanto sulla vaccinazione eterologa il ministro Speranza non ha dubbi: «È già utilizzata da paesi importanti come la Germania da diverse settimane e i risultati sono incoraggianti. Vi sono alcuni studi che testimoniano come la risposta immunitaria sia addirittura migliore di quella con due dosi dello stesso vaccino». Ma la questione resta sul piatto del confronto mentre nelle Marche procede la profilassi; ieri si è arrivati a 1.072.156 di dosi somministrate su 1.141.801 consegnate e nel mese di giugno arriveranno in totale 450mila sieri, di cui il 70% da Pfizer. La preoccupazione sulla variante Delta (indiana) cresce anche alla luca del caso scoperto a Milano e sull’aumento dei positivi in Gran Bretagna, tanto che si ipotizza il rinvio delle aperture previste per il 21 giugno. Su questo punto ieri il premier è stato chiaro: «Noi facciamo il tampone a chi entra in Italia. Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra, ma questa situazione al momento non c’è, non ci siamo ancora». E a chi gli domanda se c’è, come in Uk, un ripensamento delle aperture in relazione al rischio rappresentato dalla variante indiana, «per ora - ha risposto il premier - non c’è motivo di pensare che questo possa succedere. Dipende molto dalla dimensione dei contagi, dovessero schizzare su i contagi. Ma non è quello che vediamo in altri Paesi europei. Spagna e Grecia non mettono quarantena dall’Inghilterra, bisogna comunque essere pronti a reagire in maniera tempestiva».
 

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