ANCONA - Mancano all’appello 320mila vaccini antinfluenzali. Tante sono le dosi che le Marche stanno disperatamente cercando di accaparrarsi per evitare che l’influenza stagionale crei un cortocircuito con l’emergenza Covid in corso, con ripercussioni anche gravi sulla salute delle persone ed il forte rischio di mettere ancor più sotto pressione il sistema sanitario regionale, già fortemente provato da mesi in trincea.
A caccia di scorte
Il problema è che, ormai, il vaccino è diventato un bene praticamente introvabile sulla piazza e, dopo il bando per l’acquisto di 150mila dosi andato deserto, l’Asur si è rimessa in moto con un’indagine di mercato – tutt’ora in corso – per individuare eventuali ditte disponibili a fornire al sistema sanitario regionale i vaccini che avranno ancora in scorta a fine dicembre. Una misura tampone – che non è detto vada a buon fine – mentre si attendono novità da Roma. «Abbiamo chiesto al ministero della Sanità ed al commissario Arcuri la fornitura di 320mila dosi, ma ad oggi non ci hanno risposto – fa sapere l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -. La gara dell’Asur è andata deserta, ma non dispero, anche se è vero che nessuna regione italiana sia riuscita a trovarli sul mercato». Stessa sorte toccata anche ai farmacisti, che hanno provato a rivolgersi a fornitori esterni, ma senza successo.
Chi resta fuori
La categoria va a coprire quella parte della platea che non fruisce della prestazione vaccinale gratuita (aziende ed imprese).
L’accordo
Intanto, prosegue il confronto tra Palazzo Raffaello ed i medici di base per l’accordo sulla somministrazione ai pazienti dei test rapidi antigenici per il monitoraggio del Covid. Venerdì è stata approntata la bozza del protocollo e gli uffici regionali l’hanno inoltrata il giorno dopo ai sindacati di categoria – sia quelli che hanno firmato l’accordo nazionale, sia quelli che si sono sfilati – con l’obiettivo di far aderire tutti.
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