ANCONA - Nelle Marche le persone in condizioni di indigenza sono l’11% dei residenti, praticamente uno ogni nove, un punto sopra la media nazionale, mentre secondo i dati raccolti presso i centri Caritas della regione, aumenta anche il numero dei senza fissa dimora nelle Marche: +13,6% dal 2019 al 2021. Dati che emergono dal Rapporto 2022 della Caritas, “L’anello debole”, incentrato su povertà ed esclusione sociale in Italia.
In sintesi: sono aumentate le quote di disagio e fragilità nel nostro Paese, coinvolgendo in modo diverso persone e famiglie, non sempre provenienti da vissuti di povertà e disagio sociale.
L’incontro era organizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno, la cui cancellazione costituisce il primo dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Presenti anche associazioni sindacali e Confindustria Marche, il cui presidente Roberto Cardinali, ha sottolineato «l’urgenza di una maggiore formazione sul tema povertà e mondo del lavoro».
Come ha ricordato Don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco «purtroppo oggi essere poveri è una vergogna, pertanto le persone, orientate al benessere, non se ne occupano». «Oggi i poveri non sono più solo gli anziani – ha detto Marco D’Aurizio, della Caritas regionale - a loro infatti si aggiungono i giovani, i lavoratori precari o con basso reddito e gli stranieri. La principale povertà è economica, ma poi ci sono problemi abitativi, lavorativi, familiari che aumentano la forbice di indigenza; ci sono molto bisogni, il problema economico arriva perché dietro ci sono altri fattori, altre fragilità. La questione può essere risolta partendo dall’incontro e dall’ascolto».
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