ANCONA - L’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche inizia a prendere forma, ma slittano i termini per la sua entrata in funzione. Giovedì sera, la commissione Sviluppo economico ha approvato a maggioranza la proposta di legge ad iniziativa della giunta che traccia il perimetro organizzativo e finanziario del nuovo organismo di governance di settore (dotato di personalità giuridica ed ampia autonomia), modificando la deadline per le deliberazioni che trasferiranno l’Atim dalla carta alla realtà: non più il 31 dicembre 2021, ma il 30 giugno 2022. L’articolato è passato con i voti della maggioranza, mentre il Pd si è espresso contro, definendo l’agenzia «un ulteriore carrozzone».
Come previsto dalla pdl, sarà guidata da un direttore unico nominato dalla giunta tra i dirigenti dell’amministrazione regionale (o soggetti interni o esterni all’amministrazione stessa) al quale, stando a quanto scritto nella relazione tecnico finanziaria che accompagna l’articolato, spetterebbe un trattamento economico pari a 178mila euro l’anno, con un contratto della durata massima di tre anni. Una cifra parametrata sul costo medio di mercato, dice Palazzo Raffaello, assicurando però che non sarà quella finale: quando la pdl verrà portata in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva, si fisserà il compenso reale che dovrebbe essere meno sostanzioso.
Il “tesoretto” a cui il nuovo ente potrà attingere per operare, è dettagliato negli articoli della legge riguardanti la dotazione finanziaria: si parte, già da quest’anno, con 50mila euro per gli «oneri di avvio», mentre nel 2022 è previsto un contributo della Regione pari a 845mila euro, che diventerà di 855.800 euro dal 2023 in poi.
«All’Atim verrà affidato il compito di valorizzare l’immagine delle Marche e di sostenere gli interventi di internazionalizzazione, per promuovere i prodotti marchigiani aumentandone la conoscenza e le esportazioni», sottolinea il presidente della II commissione, Andrea Putzu (FdI), mentre il relatore di minoranza Fabrizio Cesetti (Pd) boccia l’articolato, vedendo nell’agenzia «una sovrastruttura che di fatto va a commissariare la delega al turismo e non solo. Sarà diretta da qualche burocrate, di cui potremmo anche anticipare il nome. La politica abdica a se stessa e si autocommissaria». Nessuno dei circa 30 emendamenti dem è stato accolto, «neanche quello per il contenimento degli alti costi della struttura, ma li riproporremo in aula». L’iter della pdl prosegue ora con il vaglio della commissione Affari istituzionali ed i pareri di Cal e Crel, prima di approdare a Palazzo Leopardi per il voto finale.