Zero pazienti Covid nelle terapie intensive delle Marche. E la curva ora è piatta

Zero pazienti Covid nelle terapie intensive delle Marche. E la curva ora è piatta
Zero pazienti Covid nelle terapie intensive delle Marche. E la curva ora è piatta
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 18:49

ANCONA  - Il dato è sempre provvisorio, perché basta un niente per registrare un paziente positivo a Sars-Cov-2 che ha bisogno di ricovero in rianimazione, magari perché è anziano e ha altre patologie. Ma nelle Marche non c’è più un solo malato di Covid ricoverato in terapia intensiva. Il dato emerge dall’ultimo bollettino settimanale diramato dall’Osservatorio epidemiologico regionale diretto dal dottor Marco Pompili. Anche se da fine ottobre scorso, per volere del nuovo Governo, i report sulla sorveglianza Covid vengono diffusi solo il venerdì (e dunque può sfuggire qualche dato giornaliero) lo zero nella casella dei ricoveri in terapia intensiva non compariva per le Marche addirittura dal 26 agosto 2020, la prima estate di rinascita dopo il lockdown.

 

Il picco


La curva dei ricoveri di pazienti gravi tocca quota zero in concomitanza del terzo anniversario dell’emergenza Covid nelle Marche e fa apparire lontano di qualche era geologica il quadro vissuto nel picco dell’emergenza sanitaria, quando nella nostra regione si arrivarono a contare, a fine marzo 2020, il numero record di 1.168 ricoveri per Covid, con l’occupazione di 169 posti dei 170 disponibili nelle Rianimazioni e ben 35 vittime dell’epidemia in sole 24 ore.

Dopo una lunga traversata nel deserto fatta indossando le mascherine e riducendo al minimo le attività sociali nei picchi di contagio, adesso l’emergenza Covid sembra fortunatamente dimenticata. 


Gli ultimi sussulti c’erano stati a inizio gennaio, quando si era temuto per la gigantesca ondata di contagi registrati in Cina e il possibile arrivo di nuove varianti. Invece anche adesso che abbiamo “assaggiato” tutte le ultime mutazioni genetiche di Sars-Cov-2, la curva dei contagi nelle Marche continua la sua fase piatta, dopo aver iniziato a piegare verso il basso dall’inizio di dicembre.


L’ultimo monitoraggio mensile sulle varianti coordinato dall’Istituto superiore di Sanità, aggiornato a metà febbraio, segnala per le Marche che Cerberus è la sottovariante di Omicron più presente (60%), mentre gli ultimi sottolignaggi Kraken e Orthrus (ritenuti responsabili di un balzo di contagi negli Usa) rappresentano circa il 14% ciascuna. Il resto? Altre sottovarianti di BA.5, mentre è scomparsa la Centaurus. E dall’attività di sequenziamento dal Laboratorio di Virologia di Torrette emerge che al momento la velocità di sostituzione delle nuove varianti non fa presagire ondate rilevanti, anche se resta possibile qualche “ondatina” nei contagi. 
Però neanche questa prospettiva per ora si realizza.

Nell’ultimo report di venerdì scorso i positivi diagnosticati in una settimana sono stati 535, con un’incidenza di 35,6 casi ogni 100mila abitanti. Anche se si tratta di una diffusione sottostimata (i tamponi non vanno più di moda) siamo su un altro pianeta rispetto al picco di un anno fa, quando nonostante mascherine e green pass obbligatori a fine gennaio si raggiunse il picco record di quasi 2.700 casi settimanali ogni 100mila abitanti.

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