Tempi stretti e pochi tecnici: è una vera e propria corsa ad ostacoli per il Pnrr

Tempi stretti e pochi tecnici: è una vera e propria corsa ad ostacoli per il Pnrr
Tempi stretti e pochi tecnici: è una vera e propria corsa ad ostacoli per il Pnrr
di Martina Marinangeli
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Venerdì 9 Dicembre 2022, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 10:56

ANCONA - Nato come strumento per ribilanciare gli squilibri territoriali, il Piano nazionale di ripresa e resilienza rischia di restare in buona parte al palo. Schiacciato tra tempi burocratici italiani troppo lunghi per le deadline serrate previste dall’Europa, e la carenza di personale tecnico negli enti locali (indispensabile per portare a casa le gare), il cronoporogramma si trasforma in una corsa ad ostacoli.

Entro il 2026, tutti i progetti finanziati dovranno essere portati a casa.

E nel caso delle Marche la preoccupazione è anche maggiore perché, insieme ai fondi del Pnrr, ci sono anche quelli previsti per la ricostruzione post-sisma. 


I dati


Stando ai dati Openpolis, la ripartizione territoriale delle risorse ha previsto per le Marche 1,3 miliardi di euro, a cui si aggiunge oltre un miliardo per il sisma. Una parte consistente della spesa per investimenti è attribuita alla responsabilità degli enti locali e dei Comuni in particolare, che dovranno garantire qualità della progettazione e celerità nella realizzazione per centrare gli obiettivi. Ma da questo punto di vista sono stati lanciati diversi campanelli di allarme con riferimento alla disomogeneità nella dotazione di risorse da parte dei Comuni e della loro capacità di assorbire in modo adeguato le risorse a disposizione. I tanti piccoli comuni marchigiani rischiano di andare in apnea. Nella relazione annuale della sede regionale di Bankitalia è stato evidenziato come «gli effetti a livello locale (del Pnrr, ndr) dipenderanno dalla capacità e dalla celerità delle amministrazioni nel progettare le opere e realizzare i bandi per i lavori pubblici nonché dai tempi con cui le opere verranno realizzate».

E ancora: «Le diverse fasi della realizzazione dei lavori pubblici richiedono l’impiego di competenze specifiche, la cui disponibilità più o meno ampia può incidere sull’efficienza del sistema degli appalti e in particolare sui tempi con cui le opere vengono realizzate». Il Dl 80/2021 per l’attuazione dei progetti del Pnrr ha previsto la possibilità di assunzioni straordinarie di personale qualificato e specifici fondi per il ricorso a incarichi di collaborazione professionale mirati. Ma anche la capacità di servirsi di risorse qualificate varia da ente a ente e produrrà inevitabili disomogeneità a livello territoriale. Tra il 2012 e il 2020, gli enti territoriali delle Marche sono arrivati ad aggiudicare oltre 2.100 gare per un importo complessivo di 1,1 miliardi di euro. Ma l’importo medio è stato di 553 mila euro, un valore inferiore a quello del Centro (586) e dell’Italia (647). Dunque gestire appalti che prevedono cifre ben più alte potrebbe rivelarsi complicato. Nelle Marche, secondo il report di Bankitalia, 


I tempi


Il tempo medio della fase di progettazione è di quattro mesi, a cui si aggiungono altri due mesi per la fase di aggiudicazione (dal bando all’individuazione dell’impresa appaltatrice) e poco meno di un anno per la realizzazione. In sostanza una media di un anno e mezzo per la realizzazione di lavori che nel periodo di osservazione hanno avuto un importo medio di poco superiore a 500mila euro. Per i progetti finanziati con il Pnrr si dovrà premere molto più sull’acceleratore.

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