Il caso dei Comuni alle urne con una sola lista da eleggere: «Fare il sindaco è un rischio»

Una veduta di Pedaso
Una veduta di Pedaso
di Martina Marinangeli
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Giovedì 12 Maggio 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 01:25

ANCONA - C’era una volta il sogno di diventare sindaco. Poi, gli oneri hanno iniziato a superare gli onori ed il ruolo ha perso sempre più appeal. E questo soprattutto nei piccoli Comuni, dove il rischio che nessuno presenti la propria candidatura – o che non si raggiunga il quorum – è più che concreto ed il commissariamento è dietro l’angolo. Nella tornata elettorale di giugno, si stanno profilando corse in solitaria a Tavoleto e Frontino - rispettivamente 850 e 290 anime –, dove è probabile che scenderanno in campo solo i due primi cittadini uscenti con le rispettive liste in appoggio, così come a Pedaso (2800 abitanti) ed Offagna (2000 abitanti). 


Una disaffezione rispetto alla fascia tricolore, che ad ogni consultazione amministrativa diventa più marcata: perché? «Il rischio professionale è altissimo – spiega la presidente di Anci Marche Valeria Mancinelli, alla guida di Ancona da quasi 10 anni – perché il combinato disposto delle norme ingarbugliate da applicare, delle difficoltà delle strutture spesso sottodimensionate, e del rischio che “a tua insaputa”, come dice il presidente Anci Decaro, possa finire in contestazioni di irregolarità, rende tutto complicato».

Problemi non da poco che si frappongono tra la voglia di mettersi a disposizione e la decisione di farlo poi realmente. «Quello che l’Anci chiede è una revisione normativa che riduca questo rischio professionale – fissa i paletti per invertire la tendenza Mancinelli –, altrimenti resterà uno degli aspetti che creano problemi nel trovare persone di qualità disponibili ad impegnarsi per questo ruolo». 


Serve una revisione normativa che elimini – o almeno ne delimiti meglio il perimetro – il reato di abuso d’ufficio e dia una più precisa indicazione sulla responsabilità per il danno erariale. Ma da sindaca a fine mandato, non manca di sottolineare anche come «le soddisfazioni sono tante, e questo non lo dico solo io, ma chiunque quest’esperienza l’abbia fatta e sia arrivato vivo fino in fondo. È un’esperienza entusiasmante, ma ad altissimo rischio, e questo non aiuta a trovare “la meglio gioventù”». 


Parole condivise dal presidente Anci Piccoli comuni, Augusto Curti: «C’è una grande difficoltà, nelle piccole realtà, a trovare candidati e la proposta di legge, approvata per i piccoli Comuni, è stata quella di chiedere la possibilità del terzo mandato proprio per questo motivo. Negli anni passati, ci sono stati casi di Comuni commissariati perché non c’erano candidati sindaci. Il problema c’è, ed è ancora peggio quando poi si ricorre a liste che nulla hanno a che fare con il territorio. In rapporto ai rischi, i compensi erano ridicoli: nelle piccole città, il sindaco non dà solo l’indirizzo politico, ma firma anche le procedure e gli atti amministrativi, a partire dai bilanci». Ma nonostante le mille difficoltà, c’è chi in questo ruolo ci crede ancora. Come l’ex sindaco di Rapagnano Remigio Ceroni, alla guida del Comune per sei mandati che nel 2021 ha lasciato il testimone a sua figlia Elisabetta. 


«Questa volta ho chiesto un sacrificio a mia figlia perché abbiamo iniziato un grande lavoro iniziato che ora va completato. Per alcune cosa servono decenni. Si guardi ad esempio alla ricostruzione: per alcuni progetti siamo impantanati e non riusciamo a partire». Alle Amministrative del 2021, la lista di Elisabetta Ceroni rischiava di essere l’unica, «così abbiamo messo su anche una seconda lista alternativa per scongiurare il rischio che non si raggiungesse il quorum, anche a causa del Covid – fa sapere Ceroni senior –. Con la vecchia norma, che prevedeva un quorum al 50%, sarebbero saltate diverse amministrazioni. Così il governo ha deciso di abbassarlo al 40%. Fare il sindaco è diventato un impegno molto faticoso quindi, o si ha il senso della missione che si va a svolgere a favore della comunità, oppure non lo fa. Questo fa sì che la qualità delle persone scemi. La gloria delle elezioni dura pochi giorni, poi arrivano i problemi. Si fa fatica a trovare non solo il sindaco, ma anche le persone che compongono la squadra».

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