Metano e gasolio, prezzi ancora alle stelle. I timori degli operatori: «Rischio blocco totale»

Caro metano e gasolio, prezzi ancora alle stelle. I timori degli operatori: «Rischio blocco totale»
Caro metano e gasolio, prezzi ancora alle stelle. I timori degli operatori: «Rischio blocco totale»
di Martina Marinangeli
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Lunedì 18 Luglio 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 14:33

ANCONA  - Chiunque guidi un mezzo a metano, nell’ultimo periodo ha vissuto la stessa esperienza: rimanere basito di fronte allo scontrino del pieno scoprendo che il prezzo è di nuovo schizzato alle stelle, dopo la lieve flessione registrata lo negli scorsi mesi. Andiamo oltre il raddoppio netto: chi fino al 2021 riusciva a cavarsela con 10 euro, ora ne paga oltre 20, con un rincaro che, in certi distributori, ha superato il 100%.

Un balzo dovuto ad un aumento senza precedenti del costo delle forniture internazionali (nel nostro caso, da Marsiglia e Belgio per il metano liquido, più performante e costoso, e dal metanodotto per quello gassoso), che sta mettendo in crisi il settore dei trasporti.

Facendo una panoramica dei distributori marchigiani, si può notare come il prezzo del metano oscilli tra 1,9 e 3,1 euro al kg: solo fino allo scorso anno, si arrivava al massimo a 0,9 euro. Ma lo stesso discorso vale anche per il gasolio: la forbice nelle Marche va da 1,8 e 3,3 euro, con un’impennata evidente sul 2021. Il bonus benzina ed il taglio delle accise non sono bastati. L’intervento messo in campo dal governo negli scorsi mesi per porre un freno all’impennata dei prezzi dei carburanti non ha risolto il problema, che sta mettendo in ginocchio in particolare il settore dell’autotrasporto.

È di pochi giorni fa la notizia che l’Unione europea ha dato disco verde ai 500 milioni di euro per compensare i maggiori costi sostenuti nel primo trimestre dell’anno e venerdì c’è stato un incontro tra le associazioni di categoria e la viceministra Teresa Bellanova per fare il punto sulle procedure da portare avanti per accedere ai ristori. Ma la misura non aiuta a tamponare la nuova impennata dei prezzi subita da metano e gasolio. 


Un settore in ginocchio
«L’unico sistema che abbiamo per far valere le nostre ragioni è lo sciopero - osserva Andrea Venanzi, titolare della ditta Autotrasporti Venanzi di Rosora, in provincia di Ancona - ma così si rischia un blocco totale dell’economia. Per capire le difficoltà che stiamo attraversando, basta considerare che, fino allo scorso anno, pagavamo 2.500 euro al mese di metano; oggi la cifra è salita a 7-8 mila euro al mese. E questo incide anche sui costi dei prodotti finali che trasportiamo. Se andiamo avanti così, saremo costretti a chiudere». Per invertire (almeno in parte) la rotta «servirebbe un aumento del 30% della committenza - fa notare Venanzi - ma nessuno lo fa e noi paghiamo le conseguenze. Sono stati fatti molti investimenti per veicoli esclusivamente a metano liquido. I camion li abbiamo pagati fino a 130mila euro, perché a metano costano di più: gli obiettivi erano il trasporto sostenibile ed il risparmio economico, che permetteva di recuperare il maggior investimento, ma oggi è diventato insostenibile. Ed ora che anche il gasolio è aumentato, non sappiamo più come fare». Ma il peggio, secondo gli addetti del settore, deve ancora arrivare.


Il peggio in inverno
«Dal prossimo inverno - l’amara considerazione di Federica Bartolomeoli, titolare della ditta Autotrasporti Bartolomeoli srl di Vallefoglia, nel Pesarese - i rubinetti del gas verranno chiusi e salterà tutto». Allarga poi il perimetro del ragionamento: «Il problema non riguarda solo il rincaro dei carburanti. È aumentato anche il costo degli pneumatici, che peraltro non si trovano più, ed anche l’AdBlue ha subito una nuova impennata. In più, lo Stato ha scaricato sulle aziende il bonus carburanti da 200 euro, e questo mette ancor più in difficoltà le realtà di piccole dimensioni. Una presa per i fondelli che si aggiunge all’ingiustificato ritardo sui ristori: erano attesi per maggio, ma l’ok è dall’Unione europea è arrivato solo negli scorsi giorni». E, in ogni caso, la misura non è sufficiente a far risalire una china che si fa sempre più pericolosa.

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