Marche sempre più vecchie e con nascite al lumicino, si rischia la desertificazione. Secondo l'Istat 400 mila abitanti in meno da qui al 2070

Due anziani a passeggio sulla battigia
Due anziani a passeggio sulla battigia
di Martina Marinangeli
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Domenica 29 Maggio 2022, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 08:31

ANCONA - Nel giro di 50 anni, le Marche perderanno 400mila abitanti, passando da 1,5 milioni di persone a 1,1 milioni. Nel giro di 30, gli over 65 raggiungeranno il 35% del totale. Percentuale che nel 2021 si è assestata sul 25,7%, a fronte di un 12,1% di popolazione tra zero e 14 anni. Un trend che restituisce l’immagine di una popolazione sempre più anziana, con calo demografico marcato ed una desertificazione che passa anche per il fenomeno dell’emigrazione dei giovani, in cerca di condizioni di vita migliori.

Il quadro è tracciato dai dati aggiornati dell’Istat - in parte illustrati anche dal presidente nazionale Gian Carlo Blangiardo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Politecnica -, che collocano le Marche nel contesto di un problema più generale con cui deve fare i conti l’intero Paese. Ad oggi, l’età media dei marchigiani si assesta sui 46,6 anni, cifra che è destinata a salire sempre di più nei prossimi anni. Se da un lato, questo numero è anche figlio di un aspetto positivo - ovvero un’elevata speranza di vita, che è di 85 anni per le donne e di 81 per l’uomo -, dall’altro indica che la denatalità sta diventando un problema e che le Marche hanno poco appeal sui giovani, che non le scelgono per costruire la propria vita.


Le città
Scendendo nel dettaglio delle rilevazioni dell’Istat, si può anche notare come, nei prossimi 10 anni, la variazione media annua della popolazione veda la città di Ascoli Piceno pagare il conto più salato, registrando un picco negativo del 10%. Male anche Fabriano a -9%, seguita da Macerata a -5% e Fermo a -4%. C’è poi il poker delle città che perderanno circa il 2% della popolazione in un decennio, ovvero il capoluogo regionale Ancona, Senigallia, Jesi e Fano. Osimo e San Benedetto del Tronto si assestano invece a -1%. Tra i principali comuni marchigiani, gli unici a segnare un andamento positivo sono Pesaro e Civitanova Marche, seppur di misura con un risicato +1%. Dato che si traduce anche con una maggior capacità attrattiva delle due città rispetto alle altre prese in esame dall’elaborazione statistica. L’impatto di un invecchiamento così marcato della popolazione colpisce anche l’economia e si traduce in una contrazione dei consumi, nel giro di 50 anni, pari al 2,2%.
Il cratere
Un problema serio, che diventa ancora più evidente nell’area del cratere sismico, già piagata dal fenomeno dello spopolamento prima delle scosse e che ora rischia un’ennesima emergenza in questo senso. Soprattutto dal momento che la ricostruzione non è mai veramente partita, cosa che rende difficile restare anche chi lo volesse. 
I nodi
«Nel cratere tutto è amplificato - osserva l’assessore alla Ricostruzione Guido Castelli - e lo vediamo anche dalla difficoltà di creare le classi per i nostri studenti, per le quali servono deroghe.

Ma quello del calo demografico e del conseguente invecchiamento della popolazione è un problema che riguarda tutta la regione: basti pensare che per il prossimo anno scolastico sono previste 1000 iscrizioni in meno». Un declino difficile da invertire, «ma in Paesi come Francia, Germania, Polonia ed Ungheria hanno attuato politiche di esenzione fiscali a seconda del numero di figli e messo in campo misure per la conciliazione degli orari di vita e lavoro. In questo modo, sono riusciti ad invertire il trend». Nelle Marche, come in Italia, la questione è seria, ed almeno per ora le risposte non sembrano essere all’altezza.

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