Arretrati di Imu e Tari, c'è il sì dei Comuni allo stralcio. Una voce fuori dal coro: è quella di Ricci

Arretrati di Imu e Tari, c'è sì dei Comuni allo stralcio. Una voce fuori dal coro: è quella di Ricci
Arretrati di Imu e Tari, c'è sì dei Comuni allo stralcio. Una voce fuori dal coro: è quella di Ricci
di Martina Marinangeli
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 06:10

ANCONA - Ennesimo condono o mano tesa ai cittadini in una fase critica? La prima Legge di Bilancio del Governo Meloni ha introdotto lo stralcio dei debiti tributari fino a 1000 euro - valore che comprende capitale, interessi e sanzioni - per il periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Tuttavia, agli enti come i Comuni è stata lasciata la possibilità di non applicare questo stralcio sulle cartelle esattoriali.

Una decisione che le amministrazioni locali dovranno prendere entro domani. Nei casi in cui la misura non venisse applicata, per i cittadini significherebbe vedersi cancellare dallo Stato gli interessi, ma dover saldare multe, Imu, Tari o altri tributi locali con il proprio Comune. 

Le fazioni


Un provvedimento che ha spaccato l’Italia dei primi cittadini in due, con molti sindaci di centrosinistra - come quelli di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Bari - orientati a non applicare lo stralcio, e quelli di centrodestra più favorevoli ad allinearsi alla normativa nazionale. Nelle Marche, il coro delle amministrazioni dei capoluoghi è quasi unanime: sì alla rottamazione. Compresa Ancona, a guida Pd. Unica voce contro, quella del primo cittadino dem di Pesaro Matteo Ricci, che parla di un «condono» e annuncia la decisione del suo Comune di non aderire alla norma. Una scelta che, si diceva, lo allinea a livello nazionale a diversi altri colleghi di centrosinistra. Da Ascoli e Fermo, le fasce tricolore Mirco Fioravanti (centrodestra) e Paolo Calcinaro (centro) invece plaudono alla misura, vista come un modo per andare incontro ai cittadini in difficoltà. 


Le ragioni


Inoltre, per Calcinaro, così si risolve «la questione degli arretrati che sono pendenti da troppi anni», anche perché «in alcuni casi le cifre erano davvero consistenti e rappresentavano un ulteriore freno al mancato pagamento». E l’assessora dorica al Bilancio (e candidata sindaca alle Amministrative di primavera) Ida Simonella fa notare come «il recupero di quelle cartelle sarebbe più oneroso della cifra che otterremmo», motivo per cui ad Ancona si è optato per l’allineamento alla legge nazionale. I Comuni che non intendono applicare la misura, dovranno mettere la decisione nero su bianco in una delibera, da far poi approvare al Consiglio comunale. I questi casi, tradotto nella pratica quotidiana, vuol dire per i cittadini vedersi cancellare dallo Stato gli interessi, mentre saranno chiamati dal proprio Comune a saldare multe, Imu, Tari o altri tributi locali. C’è comunque l’alternativa: infatti, nella Legge di Bilancio varata a fine dicembre, è prevista anche una definizione agevolata per tutti i carichi pendenti in gestione all’agenzia delle Entrate Riscossioni, per gli anni dal 2000 fino al 30 giugno 2022.

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