ANCONA - Gli ultimi due guasti registrati sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso della famigerata ferrovia che collega le Marche a Roma. La Orte-Falconara torna ad essere l’incubo dei pendolari proprio nel mese in cui - coprifuoco e divieti a parte - c’è ancora chi deve spostarsi da una regione all’altra percorrendo in treno una tratta considerata ad alto rischio ritardi.
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Gli ostacoli
Basta un guasto, come è accaduto il 2 dicembre all’Intercity 541 all’altezza di Spoleto, che il binario unico su cui viaggiano i convoglia diventa impraticabile. Stessa cosa è avvenuta due giorni dopo, quando a fermarsi invece è stato un treno merci, che ha bloccato la linea diretta che collega Marche ed Umbria alla Capitale. Ma le parlamentari delle due regioni del Movimento 5 Stelle girano il coltello nella piaga: «Da settimane - raccontano in una nota -, i treni che attraversano l’Umbria e le Marche, hanno problemi tecnici e guasti agli impianti che regolano la circolazione ferroviaria».
Il traffico
Attualmente questa tratta è attraversata quotidianamente da 19 convogli in entrambe le direzioni, più 4 Intercity, 2 Frecce Argento (in questo periodo non attive) e almeno 15 treni merci. Un traffico sorretto per 171 chilometri dal doppio binario e per altri 121 da un binario unico: dove basta un minimo intoppo per bloccare l’intera rete ferroviaria. A settembre è stato sottoscritto ad Ancona un protocollo d’intesa tra Marche ed Umbria per la costituzione di un gruppo di lavoro per il potenziamento e lo sviluppo della direttrice ferroviaria Orte-Falconara. Con l’obiettivo è di operare congiuntamen finalizzati al miglioramento del collegamento ferroviario tra la linea dorsale (Firenze-Orte-Roma) e la direttrice adriatica, così da realizzare un itinerario con prestazioni adeguate sia al traffico passeggeri sia per il trasporto delle merci.
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