ANCONA - Avviata la sostituzione degli autobus con mezzi più ecologici. Entro il 2023 saranno banditi dalla circolazione gli euro 1, 2 e 3. Dunque si andrà verso un obbligo di rinnovo piuttosto importante. E per pianificare il ricambio, la Regione Marche delibera i nuovi criteri per la concessione di contributi per il rinnovo del parco mezzi e relative infrastrutture di rifornimento adibiti al servizio di trasporto pubblico locale.
La cifra complessiva ammonta a 130 milioni di euro (108 milioni assegnati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile e 22 milioni provenienti dalla riserva per le aziende che operano nel cratere sismico).
Le risorse
A cui, però, vanno a sommarsi altri 16 milioni del Por-Fesr destinati al rinnovo dei bus e 5 milioni per le infrastrutture, in particolare per i depositi di gas metano. E per compensare i mancati ricavi causati dalla pandemia, la Regione ha deliberato 16 milioni di euro a titolo di indennizzo per le società di gestione del trasporto pubblico locale. I criteri utilizzati per suddividere le risorse fra i vari bacini territoriali prevedono alcuni indicatori che tengono conto della popolazione servita, dei servizi fatti, dei passeggeri e della vetustà del parco mezzi che connota ciascuna azienda. «Con questa delibera - spiega l’assessore regionale al trasporto pubblico, Guido Castelli - abbiamo aggiunto come criterio indicatore di indirizzo che il bus nuovo abbia una cabina anti intrusione per proteggere l’autista, in quanto i casi di aggressione e di violenza all’interno dei mezzi sono sempre più frequenti».
Gli indennizzi
Durante i due anni di pandemia, tra lockdown e restrizioni sulla capienza dei bus, le società di gestione hanno sensibilmente ridotto i ricavi. Pertanto la Regione è intervenuta con una delibera per predisporre, anche in questo caso, la ripartizione dei fondi stanziati dal governo. I 16 milioni previsti non sono altro che «l’anticipazione del 90% di quello che al momento lo Stato ci ha assegnato a titolo di indennizzo Covid» spiega Castelli, ricordando come «il 2020 sia stato un anno orribile per il tpl». Anche per questo contributo sono stati osservati dei criteri appositi per la definizione delle risorse da impegnare. Nel dettaglio sono stati analizzati i dati sulle certificazioni che le aziende hanno procurato sul 2020. Ovvero la somma dei mancati ricavi da vendita, dei costi emergenti, dei costi cessanti e dei benefici fiscali. Quindi una documentazione che combina vantaggi e svantaggi.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout