Acquaroli: «Terza corsia in A14. Entro la primavera soluzione condivisa»

Il governatore delle Marche: «Occasione perduta 15 anni fa»

«Terza corsia in A14. Entro la primavera soluzione condivisa»
«Terza corsia in A14. Entro la primavera soluzione condivisa»
di Maria Cristina Benedetti
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Martedì 7 Febbraio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 20:27

ANCONA Inaccettabile, insostenibile. È tagliente Francesco Acquaroli. Non accetta più divagazioni sul tema “bandiere&pregiudizi”, il governatore, dopo l’ennesimo incidente mortale, all’altezza di Grottammare, su quel tratto di A14 che è un concentrato letale di cantieri, gallerie troppo anguste, eterni rinvii con l’appuntamento del futuro. Non transige: «Entro primavera dobbiamo arrivare a definire una soluzione condivisa con i territori per adeguare quel percorso, una sessantina di chilometri, palesemente inadeguato». Stringe al massimo sui tempi, per recuperare quelli, inchioda, buttati al vento. «Quindici anni fa – sollecita il ricordo – c’era la disponibilità a realizzare la terza corsia anche da Porto Sant’Elpidio in giù. Furono molti, allora, i Comuni coinvolti che si misero di traverso. Un’occasione perduta». 


Il dossier 

Acquaroli tenta il cambio di rotta, troppe le croci piantate su quella fettuccia d’asfalto listata a lutto. «Una volta raggiunta la sintesi, il dossier tornerà nelle mani di ministero e Autostrade per il progetto definitivo di quell’azione da almeno 4,5 miliardi.

Seguirà la stagione dei pareri, propeduetica all’avvio dei cantieri». Allenta ogni vincolo sul cronoprogramma. «Un anno a partire dal momento in cui riusciremo a fare fronte compatto? Quanto ottimismo. La scansione non dipende da noi, dalla Regione». Si concentra solo sulle coordinate che può indicare, definire. «La settimana prossima Aspi, Autostrade per l’Italia, ci consegnerà quelle che riterrà essere le due ipotesi percorribili. Su quelle dovremo trovare l’accordo». Di certo non si potrà prescindere da una formula mixata: terza corsia in sede, più una bretella là dove non si potrà potenziare il tracciato perché le gallerie sono troppo lunghe. Il segmento critico è quello che corre tra Pedaso e San Benedetto. 

L’impatto 

Inaccettabile, insostenibile per Acquaroli. Procede su strade parallele, il presidente. Per ridurre l’impatto dei cantieri sulla viabilità, fermarli; per arrivare a fissare il giusto equilibrio tra i lavori di manutenzione di gallerie e viadotti e la sicurezza di chi ogni giorno percorre quella via intrisa di sangue. Pretenderà tutto questo a Roma durante la riunione, che verrà fissata a giorni, con il vicepremier e ministro delle Infrastrutture. Su un punto concorda, Matteo Salvini: «Bisogna capire come accelerare e come utilizzare meglio quei lavori». Riavvolge il nastro del tempo perduto, il governatore, e prega affinché le ultime tre croci piantate in A14 siano lo stimolo per ammainare bandiere&pregiudizi. 

La trappola 

Interconnette i punti, Paolo Calcinaro. Il sindaco di Fermo lo va ripetendo da un mese, in occasione di un’altra tragedia: la A14 è diventata una trappola mortale. «Sblocchiamo questa terza corsia nel sud delle Marche, così non saranno più necessarie le opere di adeguamento. Potrebbe essere un’arma in più per fermarle. Una moratoria per cinque anni, oppure vogliamo ammettere che quel tempo in Italia non è sufficiente per realizzare un piano di sviluppo?». Si volta indietro, il primo cittadino, e con il filtro dell’amarezza risistema qualche precedente storico: «Era il 2006 quando Fermo e Porto San Giorgio si opposero. Pensare che erano previste anche le opere compensatrici: ci avrebbero permesso di avere un collegamento con i territori interni». Quasi lo implora: «Chi può, faccia presto». 

Il Vallo 

Veglia sul suo borgo, che è fronte e frontiera insieme, Vincenzo Berdini. Il sindaco di Pedaso resetta il navigatore: «La prima galleria è qui è il terrapieno che la precede fino al fiume Aso divide in due il paese ed è a soli 300 metri dal centro. Sembra il Vallo di Adriano». Per definire l’immagine plastica del disagio si affida all’imponente fortificazione costruita dall’imperatore romano per segnare il confine tra la provincia occupata della Britannia e la Caledonia. Da ingegnere edile qual è non guarda e passa: «Valuteremo i progetti, senza preconcetti, ma pretenderò la certezza dei tempi, fissati da un cronoprogramma e fatti rispettate attraverso l’applicazione di penali pesantissime». Non rinuncia alla comparazione: «Solo per il Ponte Morandi a Genova non si è trasgredito, c’era un Commissario. Nominiamolo anche noi». Non lascia la trincea, per nulla al mondo: «Mi batterò affinché i comuni che dovessero subire danni durante i lavori siano risarciti. Si andrà avanti per almeno otto anni e gli inconvenienti saranno tantissimi». Già piazza i sacchi di sabbia, Berdini.

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