Scuole chiuse ad ogni scossa di terremoto: 100 milioni per l'antisismica nelle Marche

Scuole chiuse ad ogni scossa di terremoto: 100 milioni per l'antisismica nelle Marche
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 08:18

ANCONA - Ad ogni scossa di terremoto che scuote le Marche, anche di intensità moderata come quella di magnitudo 3.6 con epicentro a Treia avvertita in quasi tutta la regione all’1,07 di ieri, scatta la chiusura delle scuole. Ieri, la decisione di sospendere per precauzione le attività didattiche è stata presa dal Comune di Corridonia. Ma era già successa la stessa cosa, nelle province di Ancona e Pesaro, in occasione dello sciame sismico partito il 9 novembre con una scossa di 5.5 a largo delle coste di Fano. 

La fragilità

Gli istituti marchigiani sono fragili a tal punto da richiedere questo tipo di decisioni ogni volta che la terra trema, anche se non in maniera violenta come successo tra il 2016 ed il 2017? «Quella di chiudere le scuole è un’azione che permette di ridurre immediatamente, ma momentaneamente, l’esposizione degli edifici e quindi il rischio sismico associato - spiega il docente di Geologia all’Università di Camerino Emanuele Tondi -. Il problema poi è quando riaprirle, perché il terremoto, quello forte, si può verificare cinque minuti dopo. Per un’azione di riduzione seria e permanente del rischio sismico delle scuole occorre lavorare sulla vulnerabilità degli edifici, eliminandola completamente o riducendola al minimo». In questo senso, le Marche stanno investendo molto per l’adeguamento antisismico degli istituti, con fondi che attingono a varie linee di finanziamento. A partire dal decreto del Ministero dell’Istruzione del 2020 ribattezzato Sisma 120, che ha stanziato risorse per 120 milioni di euro per la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico degli edifici scolastici nelle quattro Regioni del Centro Italia colpite dal sisma del 2016/2017. Alle Marche è andato più di un terzo del totale, ovvero 44,5 milioni di euro per finanziare 24 progetti. E con la stessa finalità verranno utilizzati i quasi 50 milioni di euro di fondi del Pnrr per l’edilizia scolastica, declinati su 11 istituti. 
La Regione
Anche il Piano triennale per l’edilizia scolastica varato dalla Regione ad inizio legislatura si inserisce in questo solco, con le nuove costruzioni dell’Ic Pagani a Pedaso (3.556.500 euro), dell’Ic Mazzini a Castelfidardo (4.114.206 euro), dell’Ic Paladini a Treia (2.388.214 euro), e con l’adeguamento sismico della scuola d’infanzia Savini a Petriolo (1.360.000 euro). Un pacchetto che ha come obiettivo quello di rendere le scuole marchigiane più sicure, dal momento che con i terremoti, la nostra regione, deve imparare a convivere. Stando all’ultimo aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni marchigiani - stilato dalla Regione lo scorso settembre - sono sette le città che rientrano nella zona 1 (ovvero quella a più alto rischio di scosse intense): . Arquata del Tronto (AP), Castelsantangelo sul Nera (MC), Monte Cavallo (MC), Muccia (MC), Pieve Torina (MC), Serravalle di Chienti (MC) e Visso (MC). I restanti 218 Comuni sono tutti in zona 2, quindi comunque con un rischio medio-alto. 
Le zone
Prima dell’aggiornamento, 12 città figuravano in zona 3 (Acquaviva Picena, Altidona, Campofilone, Cupra Marittima, Grottammare, Lapedona, Massignano, Montefiore dell’Aso, Moresco, Pedaso, Ripatransone e San Benedetto), ma data l’elevata sismicità dell’intero territorio regionale, sono confluiti anche questi in zona 2. «La classificazione sismica - scende nel dettaglio Tondi - raggruppa range di valori di accelerazioni al suolo (percepita come scuotimento durante un terremoto) forniti dalla mappa di pericolosità sismica, in quattro zone.

Dalla più pericolosa, Zona 1, alla meno pericolosa, Zona 4. Quindi, in termini di pericolosità sismica, nella Zona 1 sono previsti terremoti più forti e più frequenti. Il rischio sismico, oltre alla pericolosità e cioè alla magnitudo del terremoto che si può verificare, dipende dalla vulnerabilità degli edifici e dalla loro esposizione, cioè dal loro valore Quindi, anche in zone ad alta pericolosità è possibile avere un rischio sismico basso, ovviamente se si è costruito a norma e se sono stati adeguati da un punto di vista sismico gli edifici esistenti. Insomma, se si è fatta la prevenzione».

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