Marche, la svolta a destra. Sondaggio Tecnè per il Corriere Adriatico: Acquaroli supera il 51%

Marche, la svolta a destra: Acquaroli supera il 50%
Marche, la svolta a destra: Acquaroli supera il 50%
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 4 Settembre 2020, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 12:43

ANCONA -  Se la svolta a destra era già nell’aria, il sondaggio di Tecnè per il Corriere Adriatico ha confermato che il vento nelle Marche sta per cambiare. E sarebbe la prima volta nella storia politica della regione. Il succo: Francesco Acquaroli, candidato governatore per il centrodestra, ha preso il largo nelle indagini a campione che in queste ultime settimane si sono susseguite anche a livello nazionale. 




 

Tendenza confermata definitivamente da Tecnè: l’onorevole maceratese, se si votasse oggi, otterrebbe il 51,5% dei consensi trainato anche dalla Lega, primo partito delle Marche con il 24% dei voti. Una rivoluzione senza precedenti con Fratelli d’Italia che continua a guadagnare consensi tra i marchigiani e Forza Italia che arriva al 6%. Resta indietro - e di parecchio - il candidato governatore del centrosinistra, Maurizio Mangialardi, designato dal Pd nella sfida per il posto del presidente uscente Luca Ceriscioli. L’ormai quasi ex sindaco di Senigallia si è fermato al 36% con una coalizione dove l’unica vera forza resta il Pd.

Il 21% di gradimento risultato dal sondaggio non è però sufficiente a imporsi nè come primo nelle Marche nè come forza politica capace di ribaltare un risultato che al momento appare segnato. Carlo Buttaroni, sociologo e politologo, presidente della Tecnè conferma il profondo cambiamento in atto nella regione: «Sì è evidenziato già dai primi contatti. La tendenza è molto netta e il candidato del centrodestra è riuscito anche ad intercettare le preferenze dei Cinque Stelle che non voteranno per il pentastellato Mercorelli». Una situazione che nelle Marche è frutto dei continui tentativi, sempre andati a vuoto, di stringere un patto filogovernativo tra il Partito democratico e il Movimento.

Un malessere che si rispecchia nel sondaggio a tutto vantaggio del centrodestra. «Acquaroli inoltre è riuscito in queste settimane a guadagnare punti anche sulla sua figura - sottolinea Buttaroni - ha acquistato più credibilità tanto da riuscire a colmare il gap tra i consensi come candidato e quelli per la coalizione. La forbice è sempre più stretta». Ma se cinque candidati, insieme, sono riusciti ad intercettare il 3,5% dei consensi (Mercorelli con il M5S arriva al 9%), il centrosinistra dovrà puntare tutto sugli incerti e sugli astenuti: un corpo elettorale che pesa il 39,5% sulle preferenze riguardo i presidenti e il 41,5% sulle liste scese in gara per la corsa alla Regione. Altro dato che balza agli occhi: il 2% di Movimento per le Marche, la lista a sostengo di Acquaroli e sostenuto dalla parlamentare marchigiana del gruppo misto alla Camera Rachele Silvestri - eletta nel Movimento 5 Stelle dal quale è fuoriuscita a gennaio - e Masha Parisciani, nominata coordinatrice. Ma anche il 7% della lista Mangialardi presidente che ha intercettato una fedele parte del corpo elettorale. 

A 16 giorni dalle elezioni, stando ai sondaggi, il destino delle Marche ferite dal sisma, deluse dalla ricostruzione fantasma e piegate dalla crisi economica, sembra andare in una unica direzione.

Nel segreto delle urne tutto può accadere: il risveglio degli astenuti, la scelta finale degli incerti. Ma anche in questo caso la strada per il centrosinistra e per il candidato governatore Mangialardi, al momento appare decisamente in salita.

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