ANCONA - Per i prossimi 5 anni (almeno), la terza corsia dell'autostrada A14 resterà solo un miraggio. Il problema del “collo di bottiglia d’Italia”, che proprio nel sud delle Marche strozza il traffico lungo la dorsale Adriatica, dovrà aspettare tempi migliori per essere risolto e starà al ministero delle Infrastrutture battere un colpo.
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La doccia fredda è arrivata ieri durante la presentazione del Piano industriale 2020-2023 di Autostrade per l’Italia, quando l’amministratore delegato Roberto Tomasi ha ammesso che «il potenziamento della A14, oggi, non è inserito nei nostri interventi», salvo poi aggiungere: «non significa che nella prossima rivisitazione del Piano, che viene approvato ogni 5 anni, non possiamo inserirlo. È un problema di pianificazione, che deve essere di medio lungo termine».
La questione
Tradotto: la disponibilità di Autostrade a progettare e realizzare i lavori ci sarebbe, ma finché l’input non arriva dal Mit, difficile fare passi in avanti.
I viadotti
Barriere che, anch’esse, costituiscono un problema non si second’ordine. A questo proposito, l’ad Tomasi ha voluto rassicurare: «Ho personalmente dato indicazione che fossero comprate tutte le barriere necessarie ed abbiamo strutturato Pavimental (società finora controllata da Atlantia, che entra completamente nel perimetro di Autostrade, ndr) affinché possa partire con i lavori di sostituzione appena avremo le autorizzazioni. Riconosco che le barriere abbiano creato un grandissimo disagio nella A14». E gli automobilisti marchigiani ne sanno qualcosa.
I fondi
Non ci sono, però, solo brutte notizie per la nostra regione: entro il 2038, Autostrade ha previsto investimenti per 460 milioni di euro sul territorio. La fetta più corposa riguarderà la realizzazione delle opere, per 15 milioni di euro (che vanno ad aggiungersi ai 100 milioni per le opere accessorie all’ampliamento della A14 già realizzate), seguita dagli 11 milioni per le pavimentazioni ed i 5 per la sicurezza. Ci sono poi, tra le altre voci, i 4 milioni per le operazioni invernali ed i 3 per forniture e manutenzioni varie.
La rete
Il nuovo Piano prevede, inoltre, l’evoluzione della rete autostradale in una green infrastructure, attraverso un significativo aumento della produzione dell’energia da fonti rinnovabili, così da coprire oltre il 25% del proprio fabbisogno. Sulla stessa linea si pone l’istallazione di oltre 30mila lampade Led nelle gallerie di tutto lo Stivale.