Strage della Lanterna Azzurra, via libera al processo ai “colletti bianchi”: «Beni da sequestrare»

Strage della Lanterna Azzurra, via libera al processo ai “colletti bianchi”: «Beni da sequestrare»
di Federica Serfilippi
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Sabato 29 Ottobre 2022, 06:05

ANCONA - Rigettate tutte le eccezioni preliminari presentate dalle difese degli imputati: il processo sulle responsabilità amministrative legate alla strage della Lanterna Azzurra può finalmente partire. A respingere le contestazioni sollevate è stato ieri mattina il giudice monocratico Francesca Pizii. I difensori avevano chiesto nelle precedenti udienze la non ammissibilità delle perizie tecniche eseguite dai consulenti della procura per un presunto mancato avviso agli allora indagati.

Inoltre, era stata anche sostenuta la nullità dei capi d’imputazione per l’indeterminatezza di alcune contestazioni.

Osservazioni rigettate: si va avanti con il dibattimento. 

I testimoni

Prima di scandire le udienze - sono state fissate fino a luglio, la prossima è il 18 novembre - le parti hanno presentato le liste dei testimoni. «Sovrabbondanti» quelle delle difese, secondo il pm Paolo Gubinelli, che ha sollecitato un «processo rapido». I legali dei dieci imputati avevano infatti chiesto l’audizione di oltre 1.300 testimoni, ovvero tutte quelle persone informate sui fatti e già verbalizzate dai carabinieri. Alla fine, le liste sono state scremate. Circa 250 le persone chiamate in aula. Verranno sicuramente ascoltati i consulenti della procura, l’ingegner Marcello Mangione, tenente colonnello del Genio Civile dei Carabinieri, e l’ingegnere Costanzo Di Perna, docente della Politecnica delle Marche, i consulenti di parte, gli imputati e i militari del Nucleo Investigativo, che hanno portato avanti le indagini. Il giudice si è riservato su due punti: la possibilità di eseguire un ulteriore sopralluogo sulla discoteca dove hanno perso la vita sei persone (cinque adolescenti e una giovane mamma) e ne sono rimaste ferite oltre 200; e la richiesta, arrivata dalle parti civili, del sequestro conservativo dei beni di proprietà dei dieci imputati. Intanto che le riserve vengano sciolte, la certezza è che il 18 novembre entrerà nel vivo il dibattimento con i primi testimoni (non sono stati ancora citati) chiamati a deporre per la tragedia dell’8 dicembre del 2018. Ieri, nell’aula del quinto piano del tribunale, c’erano i familiari di alcune vittime, tra cui Fazio Fabini, papà della 14enne senigalliese Emma, morta nella calca. 

Le responsabilità

«Speriamo - ha detto Fabini - che possano emergere quelle presunte responsabilità che sono state ipotizzate dalla procura. E che i tempi del processo siano ragionevoli e non troppo lunghi. Anche se le pene dovessero essere applicate, sarebbero comunque insufficienti per il tipo e la gravità dei reati. Tutto il resto rimane». Il dolore per la morte di una figlia. Per la vicenda della discoteca trappola sono già stati giudicati (7 condanne e 2 patteggiamenti) gli addetti alla sicurezza, proprietari dell’immobile e una parte dei soci della Magic. Le pene: dai 2 ai 5 anni. 
Il 12 dicembre, invece, andrà in scena alla Corte di Cassazione l’atto finale del processo alla banda dello spray. I giudici dell’appello lo scorso marzo, riconoscendo l’associazione a delinquere, hanno aggravato le pene per i sei rapinatori della Bassa Modenese, in carcere dall’agosto del 2019. Complessivamente si è passati dai 68anni e 7 mesi inflitti in primo grado a 70 anni, 4mesi e 10 giorni di carcere. Oltre al reato associativo, la banda doveva rispondere di omicidio preterintenzionale, lesioni volontarie, singoli episodi di furti e rapine. 

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