Start up e spin-off nelle Marche. Quando le intuizioni diventano imprese

Start up e spin-off nelle Marche. Quando le intuizioni diventano imprese
​Start up e spin-off nelle Marche. Quando le intuizioni diventano imprese
di Véronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 27 Gennaio 2023, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 17:22

ANCONA La presenza di start up innovative e di spin-off, in una regione, è indice della sua capacità di aprirsi a nuovi percorsi di sviluppo. Sono aziende che calano nell’economia reale un vantaggio competitivo e sostenibile nato dalle conoscenze e dalle competenze. Nelle Marche, sono 393 e, dai dati della Camera di Commercio marchigiana, operano soprattutto nel settore dei servizi come nei software e consulenze informatiche (32,3%) od ancora nella R&S (14,2%) ma sono aziende ben presente nel manifatturiero. Producono macchinari (23), prodotti elettronici (11), mezzi di trasporto (10); lavorano la plastica, la gomma, il legno e la carta; sono nella moda, nell’editoria, nel turismo e nell’agroalimentare. 


Nuove soluzioni

Energie pronte ad esplorare e proporre nuove soluzioni funzionalità, che gettano le basi del futuro generando subito discreti giri d’affari.

Di solito, il primo anno non superano i 100mila euro (66,1% delle start up) ma già dal secondo, la metà producono tra 100 e 500 mila euro e il 18,3% superano il milione. Ma, significativo è che nei dati emerge che «tendono a localizzarsi nei maggiori centri urbani e a ridosso degli Atenei dai quali originano i team imprenditoriali». Pertanto, hanno «sede ad Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro e Jesi, nei comuni contigui (Fano e Osimo) e nei pressi delle Università (Macerata, Camerino)». O a Urbino, come nel caso di Prosopika, registrata come startup innovativa e spin-off della Carlo Bo. 

«È nata nel 2018 – spiega Luca Casettari, 41 anni, professore di Tecnologia Farmaceutica, fondatore con Giulia Curzi e Raffaella Campana - ha un laboratorio di produzione a Fossombrone, crea formule per linee cosmetiche per terzi e commercializza i propri brand “Prosopika” e “Ko.Be” nelle farmacie e parafarmacie». Conferma che, per portare le competenze e i progetti di ricerca nell’economia reale, è basilare accedere alla finanza agevolata ed essere “start up innovative” aiuta. Come apre le porte di reti dove partner sono imprese, università ed enti. «Siamo in due distinti progetti all’interno di “Marchebiobank”, la piattaforma di ricerca collaborativa per la medicina personalizzata». Quella delle 4 P (personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa) che sviluppa farmaci, diagnostici e nuovi approcci terapeutici. Casettari è anche il fondatore di “Pharm & Food Consulting” con l’Università di Camerino. Francesco Balducci, 45 anni, invece, è docente di economia circolare a Unicam, ed è a capo di “Manifaktura”, una start up innovativa, fondata nel 2020, per facilitare l’innovazione sui temi legati all’economia circolare e industria 4.0. 

La convenzione

Competenze inquadrate in una convenzione siglata tra Unicam e Camera di Commercio delle Marche riguardanti i sottoprodotti nel manifatturiero con un primo focus sul settore tessile-calzaturiero. Una strategia che coinvolge anche la Politecnica delle Marche in uno studio sulla diffusione della digitalizzazione e degli scenari di impresa 4.0 e fa di queste due convenzioni, degli strumenti utili per sviluppare nelle aziende la consapevolezza delle potenzialità dell’evoluzione digitale. Nel triennio scorso, sono stati erogati voucher per circa tre milioni di euro. Sostegni che si stanno concordando per il 2023. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA