ANCONA Il mondo della scuola è in fibrillazione. Saltano i parametri che definiscono il numero degli istituti scolastici. In pratica, se oggi vale la regola, scritta dal governo Conte, di un preside ogni 500 studenti iscritti, uno ogni 300 nelle aree montane, da settembre 2024 passerà il criterio globale a livello regionale di un dirigente scolastico ogni 900 iscritti. Forse mille. La proposta è nell’articolo 99 della legge di bilancio 2023, ancora da approvare, salvo modifiche nella Conferenza unificata. In ogni caso l’ipotesi ha il vento in poppa. Innanzitutto, perché adegua l’organizzazione scolastica alla denatalità. Nelle Marche dal 2019 al 2020, il tasso di natalità è sceso da 6,4 a 6,3 per mille abitanti e il valore più basso è quello di Ascoli Piceno, provincia al 6 per mille. Un trend che, se applicato al futuro, prevede che nel 2024 i minori tra i 3 e i 18 anni saranno 203mila e, nel 2034, addirittura 162mila. Poi, dà delle risposte alle richieste di riforme del Pnrr sul tema del dimensionamento della rete scolastica e della riduzione del numero degli alunni per classe.
La riduzione
Al primo punto, i ministeri dell’Istruzione e del Merito e dell’Economia rispondono riducendo il numero di presidi e, di conseguenza, il numero delle istituzioni scolastiche, quindi delle autonomie, il che non significa dei plessi.
L’autonomia
«Tradotto - interviene Riccardo Rossini, il preside che nelle Marche rappresenta la categoria - significa che la Regione potrebbe dare l’autonomia a un istituto con 400 iscritti e compensare con un altro da 1.500 studenti. Dal punto di vista concettuale ha un senso, ma il ragionamento deve abbassare il numero per essere contingente alla realtà e valutare i difetti della gestione di un plesso a distanza. Un preside dà il ritmo alla sua scuola, deve essere in contatto con i professori, gli alunni, i genitori, con la comunità, deve fare quadrato con gli enti locali. Il rischio è una perdita di qualità».
I numeri
Meno autonomie, istituti più grandi, meno presidi che, se quest’anno gestiscono in media 4,9 plessi ognuno, nel 2031 ne dovranno governare 5,8. « È un taglio troppo drastico - entra nel merito la segretaria della Cisl Scuola Marche Anna Bartolini - si basa solo sul numero degli iscritti e può creare degli sbilanciamenti tra regioni. Chiediamo che si tenga conto anche del parametro territoriale e che ci siano forme di flessibilità per andare incontro al disagio delle aree interne. Poi, in questo ragionamento, si è dimenticato il numero degli organici, dai docenti, al personale Ata. È vero che tiene conto della denatalità, ma va considerata anche la conformazione del territorio».