Sono 173mila i marchigiani all'estero (iscritti all'Aire): viaggio di sola andata per un lavoro migliore

Sono 173mila i marchigiani all'estero (iscritti all'Aire): viaggio di sola andata per un lavoro migliore
Sono 173mila i marchigiani all'estero (iscritti all'Aire): viaggio di sola andata per un lavoro migliore
di Veronique Angeletti
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 06:00

ANCONA - Le nuove opportunità nascondono grande fragilità. Si emigra non per cogliere migliori spazi ma si parte per colpa di condizioni critiche. I dati dell’Istat relativi ai giovani italiani emigrati all’estero lasciano poco spazio all’interpretazione. Macerata, con 18.363 registrati all’anagrafe degli italiani all’estero (Aire), si trova all’ottavo posto nella classifica italiana per numero assoluto di giovani residenti in un paese estero. Il 10,6% del totale degli iscritti marchigiani all’Aire ossia 173.055 al 1°gennaio 2023, 5.644 in più dell’anno precedente.

 

Geografia variabile


Un numero che preoccupa perché in crescita e a geografia variabile.

Sono partiti l’anno scorso in (relativamente) pochi da Ascoli Piceno (419), un po’ di più dalle province di Pesaro Urbino (687) e di Fermo (700), in molti dall’anconetano (1617) ma in tantissimi dal maceratese (2.223). Dato che rapportato alla popolazione provinciale è ancora più eclatante: 76,2 ogni mille abitanti per il pesarese, 93,2 per l’ascolano, 103 per l’anconetano, 123,8 per il fermano e 193,2 per il maceratese. Effetti sisma? «Non necessariamente – interviene il sociologo Marco Giovagnoli docente all’Unicam - il sisma è stato purtroppo un acceleratore e non un creatore del processo di marginalizzazione della nostra Regione in particolare delle aree appenniniche alte. La perdita di quest’enorme lembo di territorio è iniziata prima per questione di scelte e di politiche. Il terremoto si è inserito in un problema già presente, la crisi del modello Marche». 


Un capovolgimento che nessuno ostacola. «La classe politica ed imprenditoriale di questa regione dovrebbe interrogarsi di più sul perché non riesce a trattenere, ma anche ad attrarre, persone ottimamente formate dagli istituti tecnici, dalle scuole superiori, dalle università». Persone giovani e più maturi che hanno occasioni lavorative o devono lavorare in contesti che non appagano. Tirocini non pagati, lavori precari, retribuzioni insufficienti. «Di fatto - conclude il professor Giovagnoli - lo si vede nel flusso in uscita che proviene da contesti apparentemente molto più “avanzati” ma che in realtà si dimostrano vulnerabili come il maceratese». Anche il saldo tra emigrati e immigrati racconta di una regione di emigrazione.


Le situazioni miste


Il totale dei marchigiani ufficialmente iscritti all’Aire, 173.055 persone, è nettamente superiore agli stranieri registrati nelle Marche (126.820 persone, il 8,7% della popolazione residente). «Sono dati – osserva il professore Eduardo Barberis docente all’Università Carlo Bò di Urbino – troppo poco dettagliati e non raccontano un fenomeno complesso e articolato. Va tenuto conto delle identità miste. Nei nostri studi abbiamo registrato cittadini italiani di origine marocchina partiti dal pesarese per il Belgio, la Francia od ancora cinesi con la cittadinanza italiana partiti dal fermano verso Londra. Poi, ci sono più di una motivazione. Marchigiani che partono perché non trovano condizioni che corrispondono alle loro qualifiche e marchigiani senza titolo di studio che se ne vanno perché i lavori a bassa qualificazione in alcuni contesti europei sono meglio retribuiti. Come ci sono anche persone che emigrano per l’appeal delle grandi città. In una nostra ricerca nel fabrianese è prevalso il fascino di un contesto più frizzante che si è tradotto con flussi verso città del Nord Italia e verso metropoli europee». Un caso su tanti: Vanessa Rosetti farmacista,  ha risposto ad una richiesta di Eures Marche ed inquadrata dall’ente tedesco di collocamento oggi lavora in Germania. Ente che drena farmacisti, cuochi, aiuti cuoco ed Oss. 

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