Il distanziometro in discoteca: quella clip che vibra (e traccia) se ti avvicini troppo. L'idea di 5 marchigiani sperimentata a Lecco. Come funziona

Il distanziometro in discoteca: quella clip che vibra (e traccia) se ti avvicini troppo. L'idea di 5 marchigiani sperimentata a Lecco. Ecco come funziona
Il distanziometro in discoteca: quella clip che vibra (e traccia) se ti avvicini troppo. L'idea di 5 marchigiani sperimentata a Lecco. Ecco come funziona
di Andrea Taffi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Giugno 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 16:00

ANCONA In discoteca a ballare in tutta sicurezza grazie al distanziometro. Ovvero una clip partorita nell’ora più buia del lockdown e che ora, grazie a un sistema avanzato di sensoristica, diventa una sorta di assistente personale se non si rispettano le disposizioni sul tracciamento nei locali a rischio assembramento.

Non solo: in caso di positività può mettere a disposizione dell’azienda sanitaria i dati delle persone incrociate rispettando i dati supersensibili e dunque la privacy.

Il volto nascosto delle Marche smart e da esportazione è quello di Simone Fedeli, Leopoldo Zannini, Paolo Marchini, Lorenzo Baffi e Luca Graziano. Quattro ingegneri e un perito, il primo sangiorgese, gli altri della provincia di Ancona: vivono e lavorano nelle Marche a vario titolo ma sono insieme in una società chiamata IoTALAB che si è invetata un piccolo apparecchio arriva così in soccorso del popolo della notte. 


Il nome in codice
Nome in codice: Safety Bubble Device. Traduzione a senso: distanziometro ovvero un dispositivo elettronico portatile che vibrando avverte chi lo indossa se si viola il distanziamento sociale. L’SBD, è stato di recente sperimentato in un locale notturno della provincia di Lecco e i dati che non emersi sono molto interessanti. Su circa 200 presenti nel giardino del locale (più il personale), all’aperto quindi, in uno spazio di 600 metri quadrati, in quasi 5 ore sono state registrate 582 “collisioni” in assenza di rischio, cioè con durata che secondo le prescrizioni non comporta l’esposizione al rischio di contagio.


Il contesto a rischio
In pratica ogni volta che due dispositivi si avvicinano entro il metro previsto per legge, essi iniziano a vibrare e la “collisione” viene registrata in forma anonima. La possibilità di risalire alle persone è data solo alle autorità sanitarie in caso di contagio segnalato. Dei contatti segnalati tutti sono durati meno di 3 secondi mentre i contatti stretti, che secondo la legge devono essere di 15 minuti totali al di sotto di 2 metri, sono stati pari a zero. «Questo sistema evidenzia che la tecnologia può aiutare le discoteche e i locali di intrattenimento a dimostare che è possibile realizzare eventi al chiuso in regime di prevenzione e con la possibilità di un immediato e selettivo contact racing anche riducendo la responsabilità dei titolari in caso di contagio» spiega Simone Fedeli, socio fondatore e a capo del team di ingegneri di IotaLab. 


Obiettivo massima sicurezza
Safety Bubble Device è stato infatti già impiegato con successo in diverse altre situazioni: in una clinica privata per mantenere le distanze tra le persone in coda all’accettazione, per aperitivi di networking, per mostre ed eventi, a scuola e negli uffici pubblici. Un brevetto nato nel corso del lockdown e che ha permesso a Iotalab di crescere e addirittura di assumere nuove figure professionali da inserire in azienda. «quest’idea è nata quando eravamo tutti fermi per la pandemia. Essendo curiosi e con una forte esperienza nel mondo della sensoristica, ci siamo messi a progettare dei prototipi che sono entrati nel radar di una grande multinazionale tedesca che ci ha aiutato per design e industrializzazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA