Allarme siccità, le Marche all'asciutto: danni all'agricoltura fino al 40%

Allarme siccità, le Marche all'asciutto: danni all'agricoltura fino al 40%
Allarme siccità, le Marche all'asciutto: danni all'agricoltura fino al 40%
di Martina Marinangeli
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Venerdì 29 Luglio 2022, 03:25

ANCONA - Nelle Marche è allarme siccità estrema. Che la situazione fosse critica, lo si era capito dalle misure emergenziali introdotte nelle ultime settimane dalla Regione - tra richiesta ai Comuni di emettere ordinanze anti spreco ed apertura dei pozzi del Burano e di Sant’Anna nel Pesarese per ridare fiato al Metauro in secca - ma ora è l’analisi tracciata dall’Osservatorio Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni) sulle risorse idriche a certificare il trend. E parla proprio di «spettro della siccità estrema nelle Marche».

Il quadro

Una condizione di criticità che sta spingendo la Regione a chiedere al governo il riconoscimento dello stato di emergenza (l’istanza è previsto che venga inviata il 2 agosto). «I volumi d’acqua disponibili negli invasi - spiega l’associazione - in una settimana si sono ridotti di quasi un milione e mezzo di metri cubi, scendendo sotto la quota dei 41 milioni, inferiore a quella registrata nella stessa settimana del siccitoso 2017 (42,1 milioni di mc)». 

Il contesto idrico

Un quadro dunque in peggioramento, conseguenza di un trend che va avanti ormai da anni.

A concorrere all’aggravarsi della condizione idrica nella regione, secondo Anbi, sono principalmente due fattori ed il primo riguarda le alte temperature registrate in questa estate rovente. Prendendo in esame il solo mese di luglio, la colonnina di mercurio ha fatto segnare cinque gradi in più rispetto alla media. L’altra criticità è invece declinata sulla perdurante assenza di precipitazioni. «Il deficit mensile pluviometrico - prosegue l’associazione - si aggira intorno al 90% nelle province di Pesaro Urbino, Ancona ed Ascoli Piceno con il record di -98% nel comune di Fano». E non pare dunque un caso che proprio nel Pesarese si siano concentrate le misure più massicce per scongiurare eventuali tagli drastici sull’utilizzo dell’idropotabile. Ma se in questo segmento non si sono registrate ancora criticità estreme, è nell’irrigazione dei campi che stanno emergendo le maggiori difficoltà, con conseguenze che si fanno serie per l’agricoltura. Coldiretti ha stilato una mappatura dei danni a livello nazionale e, per le Marche, ha previsto un calo produttivo con picchi del -30%/-40%. A farne le spese, in particolare, sono oliveti e vigneti e, soprattutto, chi ha allestito nuovi impianti è costretto ad irrigazioni di salvataggio. Critica la situazione negli orti e nei frutteti come anche c’è grande preoccupazione per le barbabietole da zucchero. 

Nei campi

L’assenza di precipitazioni, dopo aver colpito il raccolto del grano - in calo di circa il 10% - ha ridotto anche le dimensioni dei girasoli, mentre molti coltivatori stanno rinunciando a seminare le coltivazioni autunnali, come gli spinaci, sapendo che probabilmente non garantirebbero livelli ottimali. Grande sofferenza si registra poi nelle zone montane, a partire da Ussita, Visso e Pieve Torina, dove gli allevamenti segnalano difficoltà per gli abbeveraggi. 

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