Quando il rapporto venne presentato, a ottobre 2019, scivolò via nell’apatia generale. Qualche naso arricciato, al massimo. Un pomeriggio di analisi in cui uno dei civil servant più prestigiosi e conosciuti d’Italia aveva ossequiato i potentati locali. Dissolvenza. Al giorno 20 dell’inchiesta “Scandalo infrastrutture - Le Marche arretrate” che il Corriere Adriatico sta portando avanti dal 28 luglio il rapporto Cottarelli assume ben altri contorni. Altro che pomeriggio di analisi. Nelle 23 cartelle consegnate alla Fondazione Marche e a Confindustria c’è tutto il dramma dell’arretramento infrastrutturale che la nostra regione ha vissuto in silenzio, almeno negli ultimi due decenni.
Scendendo un gradino al giorno nel ranking delle regioni più efficienti e produttive del Paese per ritrovarsi oggi a livelli inimmaginabili. Perché, scrive Cottarelli colpendo dritto allo stomaco dell’economia del territorio, «se le Marche raggiungessero i valori di accessibilità del territorio della Lombardia, l’aumento di produttività potrebbe attestarsi attorno ai 12-16 punti percentuali di Pil».Un’autentica mazzata i cui prodromi si sono manifestati qua e là diluiti nel tempo, segno evidente di una diga che stava sgretolandosi e che nessuno ha saputo intercettare. E oggi perde acqua a fiumi. Un appalto non consegnato, una copertura finanziaria non onorata, una promessa caduta nel vuoto, un progetto rinviato, un documento perso al ministero. Sommati tutti i rinvii della burocrazia e le parole a vuoto spese da politica e aziende statali uno schiaffo al mese.
«La Fano-Grosseto è una priorità strategica» hanno ripetuto gli ultimi quattro presidenti dell’Anas con una galleria di 6 chilometri scavata e rimasta grezza dal 2004 e un altro pezzo di strada a 4 corsie che finisce nel vuoto a Mercatello sul Metauro. Tutte cose così: di settimane in mesi, di mesi in anni, di anni in decenni. Vale la pena di rinfrescarsi la memoria con lo studio perché è arrivata l’ora delle secchiate di acqua gelata. Difronte al Nord che drena soldi in continuazione, le regioni diligenti come le Marche hanno pagato un dazio enorme e progressivamente crescente.
La sentenza di Cottarelli: «Il gap infrastrutturale vi costa 15 punti del Pil»

di Andrea Taffi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Agosto 2020, 06:10
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