Chalet in ginocchio per l’alluvione: i danni superano i 700mila euro

Chalet in ginocchio per l’alluvione: i danni superano i 700mila euro
Chalet in ginocchio per l’alluvione: i danni superano i 700mila euro
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Venerdì 23 Settembre 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 09:05

SENIGALLIA - I lidi da Bandiera blu sfregiati dall’alluvione. Il cataclisma che si è abbattuto sulle Marche nella notte tra il 15 e il 16 settembre, correndo lungo il corso del Misa ha raggiunto anche la spiaggia di Velluto, portando con sé acqua, fango e devastazione. Se nelle due province del nord si contano danni che, da una prima ricognizione della Regione, si aggirano sui 3 miliardi di euro, una parte consistente della cifra grava sugli stabilimenti balneari.

Solo a Senigallia, le stime di Federbalneari parlano di danni per oltre 700mila euro.

In quella notte da apocalisse si sono riversati in mare chilometri di detriti, che hanno coinvolto principalmente le acque a largo delle province di Ancona e Pesaro Urbino. «Da giorni gli imprenditori balneari sono al lavoro senza sosta per togliere le macerie», fa sapere Francesca Rossi, delegata per Federbalneari Marche.


Le normative
«In un momento di crisi economica questa calamità naturale ha colpito al cuore il centro nevralgico del turismo di Senigallia - le fa eco il presidente nazionale dell’associazione Marco Maurelli -. Sarà necessario proseguire con la ricostruzione con procedure normative semplificate. Federbalneari Italia si farà portatrice delle istanze dei concessionari marchigiani sui tavoli di Governo e Regione». Tra i primi a riferire di danni ingenti al proprio stabilimento, il titolare dello “Scalo zero”, chalet con ristorante e bistrò sul lungomare Marconi, che ha postato un video in cui documenta la devastazione provocata da acqua e fango. «Lo avevamo inaugurato a dicembre dopo averlo rilevato, investendo più di due milioni - aveva raccontato Cristian Ramazzotti -. Se le istituzioni non ci sostengono subito, anticipando il risarcimento con un’autocertificazione, non riusciremo a ripartire».
Un settore in crisi
Una batosta durissima che rischia di trasformarsi nel proverbiale colpo di grazia per un settore che già fa i conti con la spada di Damocle della direttiva Bolkestein e la messa all’asta delle concessioni. .

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