ANCONA - Due missioni, per una svolta. Lo scatto della sanità marchigiana è nei «passaggi importanti» raccontati su Facebook da Francesco Acquaroli. Il governatore riassume le ultime in tema di governance: i nuovi direttori generali dell’Azienda Ospedaliero-universitaria delle Marche e dell’Inrca: Armando Gozzini e Maria Capalbo. Il primo dovrà elevare l’asticella, già alta, a Torrette, dichiarato il miglior nosocomio pubblico d’Italia. La seconda dovrà innescare il nuovo corso virtuoso per l’istituto, riconosciuto a livello nazionale, per la cura degli anziani.
A Torrette
Procede al motto di «ripartire da dove siamo rimasti», Gozzini.
Il collaudo
Un esempio su tutti: alla nuova camera mortuaria manca ancora l’ultimo collaudo che dovrebbe avvenire entro un mese, per sostituire così il vecchio obitorio. Solo allora potrà essere abbattuta la palazzina, quasi del tutto evacuata, che ospita la struttura obsoleta, sulle cui macerie sorgerà il materno-infantile. Per il centro direzionale da 3.000 metri quadrati, che prenderà forma nello spazio del parcheggio di fronte al vecchio ingresso, a metà febbraio partirà il cantiere. Nei giorni scorsi sono stati affidati i lavori. La fabbrica dell’ospedale è animata da 4mila persone: 700 sono i medici, una cifra che lievita a 850 se si aggiungono biologi, ingegneri e chimici. Trecento sono le figure a tempo determinato che dovranno essere stabilizzate, di cui 40 sono camici bianchi. Tre le caselle scoperte da primario, da riempire al più presto: pronto soccorso, medicina d’urgenza e direzione medica. Sempre tre i sanitari che servirebbero a rafforzare l’organico del punto di prima emergenza. Si riparte da qui.
Al geriatrico
Dalla somma degli ospedali Montagnola+Osimo fino all’Aspio per il nuovo Inrca non sarà solo un trasferimento, ma si tratterà di una vera rivoluzione. Le coordinate geografiche indicano la Cameranense, in linea d’aria dietro la grande scatola gialla e blu di Ikea. Il traguardo da raggiungere è scritto nelle cifre che seguono: 2025 per il taglio del nastro, 320 posti letto, inclusi quelli tecnici come per la dialisi, 600 figure professionali a muovere gli ingranaggi dell’avvenire. Un’opera, da 61mila metri quadrati, che arriverà a costare oltre 170 milioni. Pet, risonanza, pronto soccorso, terapia intensiva e rianimazione: la nuova struttura sarà un ospedale completo a misura di anziano. Là sorgerà anche il reparto Ortogeriatrico, dove verranno trattate le fratture tipiche della senilità, come quella del femore. L’esercito dei seicento non è detto che verrà incrementato perché la sintesi dei due ospedali genererà l’efficientamento dei reparti. Sull’idea di trasformare gli spazi della Montagnola in una cittadella di servizi per anziani e famiglie non è ancora detta l’ultima parola. Alla Capalbo il compito di far passare la sanità per la terza età nel futuro dell’Inrca.