ANCONA - Il tema è di quelli che scottano. A tal punto che il botta e risposta tra le parti si è fatto incandescente. Il caso dell’intervento del privato nella sanità pubblica per accorciare i tempi di attesa e limitare la mobilità passiva - sollevato mercoledì dal Corriere Adriatico con un’intervista al presidente di Aiop Marche Enrico Brizioli - continua a tenere banco. E dopo la bordata del Pd contro la Regione - «hanno gettato la maschera, si va verso un modello in cui solo chi paga sarà curato» - è di nuovo il governatore Francesco Acquaroli ad entrare a gamba tesa nella discussione.
Il post
«Non sorprende - scriveva ieri sul suo profilo Facebook - che queste mistificazioni vengano da chi ha sempre fatto affidamenti diretti ai privati, sforando i tetti di spesa senza effetti risolutivi sulle liste di attesa e sulla mobilità passiva.
I precedenti
Il vaso di Pandora del ricorso alla sanità privata per sopperire alle carenze del pubblico era stato scoperchiato mercoledì da Brizioli, che lamentava una mancata interlocuzione con la Regione. Pronta la rassicurazione di Acquaroli: «Tra le numerose questioni che si tratteranno, ci sarà anche il ruolo del privato». Parole su cui si è innestata la polemica politica. Con strascico infinito: «Il primo argomento di cui parla ribattendo al nostro intervento in questo ambito, dopo il silenzio di quasi 2 anni e mezzo da presidente, è la sanità privata e non, magari, il problema delle liste d’attesa», la controreplica del consigliere dem Romano Carancini. La saga continua (?).
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