La falla nella sanità marchigiana: mancano all’appello più di 300 medici. Ecco dove

La falla nella sanità marchigiana: mancano all’appello più di 300 medici. Ecco dove
La falla nella sanità marchigiana: mancano all’appello più di 300 medici. Ecco dove
di Martina Marinangeli
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 17:10

ANCONA - Un problema cronico che ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza. Nella sanità regionale - come in quella nazionale - mancano i medici e in certi settori sta diventando estremamente complicato portare avanti attività basilari. Parliamo in particolare dell’emergenza-urgenza e della medicina del territorio, dove le carenze hanno raggiunto picchi insostenibili. Lo hanno ribadito a più riprese il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, lanciando un sos al governo nazionale affinché intervenga a livello strutturale per tamponare un’emorragia andata fuori controllo. Ma qual è la situazione nella nostra regione?


La mappa


Sono tre, in particolare, la falle del sistema: i Pronto soccorso, il 118 e la pattuglia dei medici di base. Partiamo dalla prima. Nelle strutture ospedaliere marchigiane mancano 93 medici di pronto soccorso e le situazioni più critiche si registrano negli ospedali dell’Azienda sanitaria territoriale 2 di Ancona e in quello di Fermo. In quest’ultimo caso, servirebbero 20 medici di Pronto soccorso ma ce ne sono solo cinque, mentre nel nosocomio di Senigallia il delta negativo tra fabbisogno e personale effettivamente in organico è di 11 unità.

Ma se questi sono i casi più critici, anche nei pronto soccorso degli altri ospedali il quadro non è tanto migliore: ad Urbino ne mancano sei, a Jesi otto, a Fabriano sette, così come a Camerino. Va un po’ meglio a Civitanova, dove la carenza è di cinque unità, a Macerata, che ne dovrebbe avere altri quattro e ad Ascoli, che è sotto di tre medici di Pronto soccorso. Cifra che torna a salire a San Benedetto che conta nove medici in meno rispetto al fabbisogno.

Nella fu Marche Nord (azienda ospedaliera confluita nell’Ast1 di Pesaro ad inizio anno per effetto della riforma sanitaria) la carenza si assesta invece sulle 11 unità. Ci sono poi le due aziende ospedaliere ancora in piedi: al Pronto soccorso dell’Inrca servirebbero sette medici ma ce ne sono tre, mentre a Torrette la questione è un’altra. Se la pianta organica è praticamente al completo, il nosocomio regionale deve gestire una media di accessi giornalieri pari a 150 unità (che raggiungono quota 190 nei giorni neri).

Di fronte a queste cifre, le 20 persone previste in dotazione sembrano comunque poche. Strettamente connesso al problema dei Pronto soccorso è poi quello delle carenze tra il personale del 118. Secondo il report della fu Asur aggiornato alla scorsa estate, la nostra regione è sotto di 66 medici del 118 rispetto al fabbisogno: possiamo contare su una pattuglia di 122 unità, ma ne servirebbero 188 per far funzionare nel migliore dei modi il sistema di risposta.

E sul contesto di forte criticità fin qui descritto, impatta anche la difficoltà della medicina del territorio - fiaccata dai tanti pensionamenti che non si riescono a rimpiazzare - ad intercettare quelle patologie che potrebbero essere gestite fuori dagli ospedali. Tra i medici di base, ci sono stati 59 pensionamenti nel 2022, cifra destinata a salire a 77 nel 2023 e nel 2024 si toccherà il picco di 107 unità. Da qui al 2026 il saldo negativo sarà di circa 250 medici di base. Una carenza che rischia di far saltare l’assistenza territoriale, lasciando molti cittadini sprovvisti del medico di famiglia, soprattutto nei piccoli Comuni e nelle aree interne. Un quadro allarmante e non solo marchigiano a che le Regioni hanno già posto sui tavoli del governo nazionale. Ora si attendono le risposte. E che siano tempestive.

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