ANCONA - Un problema atavico su cui il Covid si è abbattuto come una scure. Il recupero delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie ha già scalato rapidamente la classifica delle priorità nella to do list del settore e, nel post pandemia, rappresenterà la sfida numero uno. Nella precedente legislatura, era stata introdotta la cosiddetta lista di garanzia (misura grazie alla quale, se al momento della prenotazione non ci dovesse essere posto, accettando l’inserimento si verrebbe chiamati direttamente dal Cup, che trova un appuntamento nel tempo previsto dalla ricetta), ma con la compressione, negli ultimi due anni, dell’attività ordinaria degli ospedali per gestire i pazienti Covid, i tempi si stanno dilatando.
Come funziona
Le prestazioni si suddividono in tre categorie: brevi (prescrizione che deve essere fornita in un tempo non superiore a 10 giorni dalla prenotazione), differite (entro 30 o 60 giorni, a seconda del tipo di accertamento) e programmabili, cioè quelle visite o quegli esami, magari di controllo periodico, che non hanno carattere di urgenza e quindi possono essere prenotate con più attesa.
Le differenze
Stessa cosa per un’ecografia ostetrica, un Rm addome inferiore senza contrasto, un Rm della colonna in toto, un Rm scavo pelvico senza contrasto, e per una valutazione Emg dinamica del cammino. Per un’esofagogastroduodenoscopia con biopsia in sede unica, resta appena un posto disponibile per una differita, mentre per le brevi e le programmate scatta la lista di garanzia. Appena una manciata di posti anche per un’ Emg dinamica dell’arto superiore – sette solo tra le programmabili – e per una polipectomia endoscopica dell’intestino crasso (otto posti solo a priorità breve). Questo solo per fare degli esempi, ma la lista delle prestazioni in apnea prosegue. Rispondendo in Consiglio regionale alle interrogazioni delle opposizioni in materia, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ha fatto sapere che, entro il 2022 verrà portata avanti una serie di interventi per l’abbattimento delle liste d’attesa sanitarie, tra cui l’istituzione di un «nucleo di governo centrale Sovra-Cup, un organismo formato da dirigenti che coordinino tutte le attività per vigilare giorno per giorno sul flusso domande e sulle prestazione fornite». L’accelerata dovrebbe arrivare dopo febbraio e marzo, che vedranno ancora la maggior parte delle energie del settore assorbite dalla gestione del Covid.
Le ipotesi di lavoro
Tra le misure ipotizzate l’istituzione del «Cup manager in ciascun ente di area vasta, che si interfacci con direttori di presidio, distretti e professionisti», e «la revisione e omogeneizzazione delle agende del Cup, per le domande che non potranno essere garantite, soprattutto perché altrimenti si spostano sul privato e, in questo ambito, vengono erogate soprattutto nel sud delle Marche e invece ci sono disagi per i cittadini del nord della regione». In questo contesto andrà affrontato il «gigantesco problema della mobilità passiva verso l’Emilia Romagna».
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