L'incubo delle liste d'attesa nelle Marche: fino a 228 giorni per una mammografia

L'incubo delle liste d'attesa nelle Marche: fino a 228 giorni per una mammografia
L'incubo delle liste d'attesa nelle Marche: fino a 228 giorni per una mammografia
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 11:16

ANCONA - «Pagina in fase di revisione. Ci scusiamo per il disagio». Chi negli ultimi giorni ha provato ad accedere al portale web per verificare le disponibilità di posti al Cup per prestazioni sanitarie - visite o esami che siano - si è trovato di fronte a questa scritta, quantomeno emblematica della situazione. Il sistema di prenotazioni è infatti in fase di manutenzione - la migrazione delle funzioni dall’Asur alle cinque Aziende sanitarie territoriali ha reso necessarie le conseguenti operazioni di aggiornamento dell’anagrafe sanitaria - e per qualche giorno non sarà possibile controllare dove e quando (e per quale prestazione) ci sono slot liberi.

Come funziona

Ma questo, paradossalmente, è l’ultimo dei problemi. Il vero nodo della questione sono i tempi di attesa, che per alcune prestazioni sforano, e di parecchio, i tempi stabiliti dalla normativa. Una falla cronica nella sanità, acuita dalla pandemia e che si fa fatica a recuperare. Per verificare l’andamento della situazione, la Regione conduce due tipi di monitoraggio: il cosiddetto ex ante, che consiste nella rilevazione del tempo di attesa tra la data della richiesta della prestazione e quella di erogazione prospettata; e il monitoraggio ex post, ovvero la rilevazione retrospettiva del tempo di attesa. Su questo secondo segmento, che rappresenta il dato consolidato, il monitoraggio è fermo a novembre. Per quanto riguarda il mese di gennaio, ci pensa tuttavia il monitoraggio ex ante a scattare una fotografia della situazione. E ciò che emerge non lascia ben sperare. 
I test
Partiamo dai tempi medi di attesa per prestazioni con priorità B, ovvero da erogare entro 10 giorni dalla prenotazione. Consultando il sito delle Ast, si può constatare come, per una colonscopia totale, il tempo medio di attesa arrivi fino a 165 giorni, per un test cardiovascolare da sforzo fino a 288 giorni, per un ecodoppler dei vasi periferici fino a 238 giorni, per una Tc dell’addome completo fino a 132 giorni e per uno spirometro globale fino a 110 giorni. Tra disdette e lista di garanzia, qualcosa si riesce a recuperare, ma il dato rende evidente che si tratti di prestazioni a dir poco difficili da ottenere. E non va meglio per la classe di priorità D, che dovrebbe essere garantita entro 30 giorni per le visite e entro 60 per gli esami. Balza subito all’occhio come i test per la popolazione femminile si confermino al limite del miraggio. 
Il dettaglio
Per una mammografia bilaterale, il tempo medio di attesa stimato per una visita differita arriva fino a 228 giorni, mentre per un’ecografia bilaterale della mammella, fino a 90 giorni.

Non va molto meglio nel caso dell’ecografia ginecologica, per la quale si deve attendere anche fino a 167 giorni. Per una visita urologica si arriva fino a 116 giorni e per una visita pneumologica fino a 176. Una stortura che diventa ancora più grave nel caso delle prime visite, perché così è a rischio la prevenzione. E contestualmente, si spingono sempre più persone verso la sanità privata, che garantisce deadline molto più vicine. Se non si inverte la rotta, la sanità rischia di diventare un lusso per pochi.

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