ANCONA - La carenza di medici sta mettendo in crisi le strutture ospedaliere di tutta Italia e l’impatto più pesante lo vivono i pronto soccorso, che si trovano a gestire un numero sempre maggiore di pazienti - anche per effetto di una mancata presa in carico da parte della rete territoriale, a sua volta in affanno - a fronte di una disponibilità di risorse umane ridotta al lumicino. Solo nelle Marche, mancano 90 medici di urgenza e, per tappare la falla, si è costretti a ricorrere sempre più spesso alle cooperative private.
I costi
«La spesa che deve sostenere la nostra regione per questa voce è di 86 milioni di euro», ha tuonato ieri nell’aula di Palazzo Leopardi la consigliera dem Micaela Vitri, replicando all’assessore Filippo Saltamartini che aveva appena fatto il punto sulla complicata situazione.
La disparità
«Per un turno da 12 ore, i medici delle cooperative prendono 1200 euro mentre i medici strutturati del pronto soccorso 400 euro - tira le somme Gabriele Brandoni, segretario regionale Cisl Medici Marche -. Una sproporzione inaccettabile». Soprattutto se si considera che chi viene dalle coop segue solo i codici bianchi e verdi e non lavora nei weekend, mentre gli strutturati fanno turni massacranti e prendono in carico tutti i codici in arrivo al Ps, dal bianco al rosso, con i rischi aggiuntivi che ne conseguono. «La situazione sta peggiorando - lancia l’allarme Brandoni -: nell’ospedale di Civitanova se ne sono andati due medici (uno di Medicina e uno di Urgenza) e nel pronto soccorso di Macerata altri due». E sul ricorso alle coop sottolinea come «la spesa non rientri nel capitolo di bilancio destinata al personale, ma in quello dei beni e servizi, che in genere si utilizza per l’acquisto di letti o computer, per fare degli esempi».
Il contesto
Allargando lo zoom, l’assessore Saltamartini in aula fa anche sapere che «nelle Marche è stato esaurito il tetto di spesa per le assunzioni di personale della sanità pubblica, un vincolo che non si può superare a meno di violare norme di diritto internazionale». E aggiunge: «Condivido il fatto che non sia possibile la presenza di queste sperequazioni retributive a parità di prestazioni, però si fa uso delle cooperative dal 2018, non lo abbiamo inventato noi». Gli risponde nel merito il consigliere dem Antonio Mastrovincenzo: «Con delibera dell’8 agosto 2022 avete rideterminato il tetto di spesa per gli enti del Sistema sanitario regionale (portandolo a 932.841.000 euro, ndr) e nel bilancio consuntivo del 2021 risultavano 11 milioni di euro in avanzo sulla sanità, come certificato dalla Corte dei Conti». Ma nella guerra dei numeri, le prime vittime sono proprio i nostri pronto soccorso - reparti nevralgici di ogni ospedale - e i cittadini che vi si recano.
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