Livelli di assistenza sanitaria (in epoca pre Covid), Marche promosse dal ministero: «Ma troppi parti cesarei»

Livelli di assistenza sanitaria (in epoca pre Covid), Marche promosse dal ministero: «Ma troppi parti cesarei»
Livelli di assistenza sanitaria (in epoca pre Covid), Marche promosse dal ministero: «Ma troppi parti cesarei»
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 8 Settembre 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 08:22

ANCONA - È «ampiamente positiva» la valutazione del ministero della Salute sui livelli essenziali di assistenza - i famosi Lea - del servizio sanitario regionale riguardo all’anno 2019 in epoca pre Covid. Nell’anno 2019 nel complesso la Regione ha raggiunto valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per gran parte degli indicatori relativi ai tre livelli di assistenza: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e ospedaliera.

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I nodi

Le uniche criticità rilevate sono state riscontrate negli indicatori che riguardano le malattie animali trasmissibili all’uomo - in particolare nell’efficacia dei controlli ufficiali per il contrasto alla tubercolosi bovina - e nella percentuale di parti cesarei primari in maternità di I livello o comunque con meno mille parti.

In quest’ultimo caso il ministero ha segnato uno scostamento del 24,3% rispetto al valore normale di riferimento.

La situazione

Le Marche risultano quinte in classifica tra le Regioni adempienti, dopo Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, seguite da Umbria, Liguria e Abruzzo. Analizzando il trend 2012-2019 relativamente ai punteggi della Griglia Lea emerge un sostanziale miglioramento del punteggio medio globale che cresce passando da 165 nel 2012 a 212 nel 2019 nelle Marche. Regione promossa anche per lo screening di primo livello, in un programma organizzato, per cervice uterina, mammella, colon retto, così come per la vaccinazione dei bambini e degli anziani sopra i 65 anni di età. Gli enti, per poter accedere al maggior finanziamento del Servizio sanitario nazionale (la quota premiale) sono tenute a una serie di adempimenti che riguardano anche il tasso di ospedalizzazione per complicanze e scompensi cardiaci, la percentuale degli anziani trattati con l’assistenza domiciliare integrata, il numero dei posti nelle Residenze sanitarie in base alla percentuale degli anziani marchigiani, il numero di posti in strutture residenziali che erogano assistenza ai disabili ogni 1.000 residenti, il numero delle prestazioni specialistiche ambulatoriali di risonanza magnetica per 100 residenti, gli assistiti presso i Dipartimenti di salute mentale per 1.000 residenti. 

Da migliorare

Promossi in tutto, tranne che per il numero di parti cesarei primari avvenuti nelle strutture con meno di 1.000 parti all’anno: in questo caso la percentuale è del 23,73 (che è valso un bollino rosso), in diminuzione rispetto agli anni precedenti ma sempre alto secondo i valori assegnati dal ministero. 

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